DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

' 8 un ghiotto boccone. II calice dei fiori è adope– rato come vas o da bere. I rami della palma lavorati si distribuiscono coll'ulivo, neR a domenica, chia– mata perciò delle Palme, i n ricordanza dell'entrata trionfale del Salvator e in Gerusalemme. Le sue fo– glie servono a fabbricare corde, gomene, stuojc, ce– sti, ecc. In Spagn a e Sicilia avvi la palma, ma i n proporzioni molto modeste e i suoi frutti non rie– scono mai o quasi mai a maturanza. E questa la Palma' che si dav a ai vincitori delle battaglie — è di questa che ancor oggi corre i l detto: Avere la palma, conquistare la palma. Del dattero ne parla Paol o Egineta e Zenofonte nel 2° libro della spe – dizione di Ciro, che l i cita come un cibo d i v i no, riservato ai soli ricchi. Molti soldati di Alessandro il Grande ci avevan o lasciata la pelle per avern e fatto delle pelli. Fino d'allora si candivano perchè i freschi eran fin d'allora ritenuti indigesti e noce- voli ai denti — tanto che appena mangiato, si scia - quava la bocca. Fico. — [Ficus carica,F. sativa). Mi l. Figli -Fr.Fi- gue. - Ted. Feige. - Ingl. Fig. Il Fico è albero a foglie caduche, che cresc e spon– taneo nel mezzodì d' Europa. Viene i n t u t ti i ter– reni, desidera posizioni calde, soleggiate, asciutte, difese dai venti, teme sopratutto i balzi di tempe– ratura. Si propaga per margotte, polloni, tallee. Non ama esser e tagliato, perchè avendo tessuto a fibre rade, facilmente ne soffre per l'aqua che v i può pe– netrare, e quando è necessari o bisogna ricoprire i l taglio con mastice, catrame, ecc. Comincia a dar frutto i l 3 0 anno. Se ne conoscono 62 varietà — tra le quali alcune non mangiabili e velenose . I l

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