DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
ed i l pepe, e lo davano anche ai malati. Gl i atleti si rinvigorivano coi fichi a prepararsi alla lotta. Si vuole che Mitridate a sicurezza del veleno che pren– deva , mangiass e fichi secchi con ruta e sal e quale antidoto. Se ne facev a pure un liquore vinoso che chiamavano Sycites o catorchites. Fu sotto i l fico che furono trovati i due fondatori di Roma men– tre erano allattati dalla lupa - che dal nome del fico, Ruminai, presero i l nome di Romolo e Remo. Svetonio ci riferisce che ad Augusto piacevano som– mamente i fichi freschi, e che l i mangiava anche prima di cena — Ficos virides biferas maxime appete- bat vescebalurque ante cenam. Cap. 7. I fichi press o i Romani erano impiegati a provocare lo sviluppo del fegato nei volatili. Fra i piatti, che Orazio nu– mera nella Satira del Banchetto, figura i l fegato di un'oca bianca, nutrita da molto tempo con fichi grassi . Pierius sostenev a che i l nettare, l'ambrosia degli Dei era i l sug o del fico. Ippocrate nel lib. 2 De Dieta, dice: Est et ficus cum cibis bona et me- racum vinum abipsa. Cioè di bergli sopra del vino — tutto all'opposto del nostro proverbio: al fico V aqua ed alla pera il vino. La tradizione vuole che la calata dei Normanni si debba al fico - che erano golosissimi di provarne la tanto decantata bontà. Scrive, infine, i l Savonarola, che al suo tempo, i n Padova , un garzone mangiò 40 libbre di fichi rfl pa– drone, et poi si morì etìlico. Casto r Durante fec e un poema sul fico nel 1617. La tradizione vuole che Giuda si appiccass e ad una pianta di fico. Fico d'India [cactus opuntia vulgaris. Ficus In– dica). — E originario dall' India e dall' Africa, da noi cresc e i n Sicilia e nelle Provincie Meridionali in luoghi asciutti ed aridi. E un alberetto dai 2 ai 3 metri, che vive fino ai 50 a n n i , dà fiori giallastri, frutti rosei da Agosto a Dicembre, della forma del
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