DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

. 4 6 sono gli scienziati che ne parlarono, e tra questi ilmilanese Vittadini ('), ma fin ora la scienz a non à detto l'ultima sua parola. S'è bensì trovata la maniera di coltivarli, ma su tante speci e di funghi saporiti, appena s'è riescito di coltivarne le meno pregiate. I l progress o verrà non dubitiamone. Ma frattanto occhio alla padella ! In general e rifiutare t u t ti i funghi non sani, o che cominciano a de– comporsi, quelli che rotti tramandano un' umore lattiginoso, che crudi sono acri, che tingono i n rosso la carta azzurra, che presentano una super– ficie viscosa, od umida, o macchiata, o brinata, che cambiano di colore rompendosi. Non v i affidate mai ai volgari esperimenti, che i funghi velenosi anneriscono i l cucchiaie d'argento, la cipolla, ed il prezzemolo ecc. Non acquistate mai funghi secchi sulla piazza, nè dal droghiere. Non mangiate funghi alle osterie, alberghi, principalmente di campagna. Se la vostra golaccia vi à pigliato nel trabocchetto e avet e mangiato funghi velenosi — eccovi la ricetta del Mantegazza. Prima di tutto sappiate che i l più delle volte i sintomi dell'avvelenamento compajono molto tardi, magari sette od otto ore dopo i l delitto. Ap– pena v'accorgete vomitate, cercat e liberarvi subito delle materie velenos e col vomito e col secesso . Cacciatevi due dita i n bocca, la barba di una penna, aqua tepida molta — e se non v i riesce : solfato di rame o di zinco: mezzo grammo in cento grammi di aqua comune, — a cucchiaj ogni 5 minuti : pur– ganti forti. Calmate i dolori con cataplasmi sul ventre — e se v i coglie stupefazione, cognac , rhum e frizioni secch e ed aromatiche. Non prendete mai latte, compireste l'opera del veleno. Che che ne sia i l fungo dà un piatto molto sa- (1) Teuìamen mycologicum. Milano 1828. Descrizione dei funghi man– gerecci più comuni dell'Italia c de 1 velenosi. Milano i835.

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