DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
56 stramezza. I l decotto d'alloro spars o i n terra scacci a i tafani e le foglie mess e tra i libri di quei letterati . che non l i aprono, l i difendono dal tarlo — tale il precetto di un conservatore di Biblioteca. Le foglie, e più sfregandole, anno odore forte, piace– vole , canforato, sapor e aromatico-amaro. Ardono schioppettando con fiamma viva, con fumo denso, diffondendo grata fragranza. Contengono olio etereo ed una materia estrattiva amara, sono perciò toni– che, eccitanti, sudorifere, emmenagoghe, e si van– tano contro l'atonia dello stomaco, le flattulenze intestinali, i catarri cronici, la paralisi e l'idrope. Le bacch e sono più attive delle foglie. Se ne fe– cero tisane, decotti, polveri e pillole allo stess o scopo. Ma i l prodotto più importante è l'olio laurino che se ne estra e ad uso principalmente veterinario. A l – l'uomo si applica esternamente per paralisi, reuma– tismi. Ammaccando le bacche , grossolanamente se ne fà un decotto saturo per pediluvi contro i «eu– dori estivi e giova assa i per quelli che anno i pee dol%, cioè per quelli ai quali torna molesto i l cam– minare. L'alloro, onor d'imperatori e di poeti, go– deva anticamente un concetto quasi religioso e su– perstizioso. Era consacrato ad Apo l l o , dio sempre giovane, biondo ed imberbe. Dai Greci veniva chia– mato Dafne, perchè una certa Dafne, una crestaina di quei tempi essend o perseguitata da Apollo, si r i– vols e agli Dei chiedendo protezione, ed ess i non po– tendo far altro la cambiarono i n lauro, che poi es– sendosi accorto Apollo, se la mise i n forma di co– rona sulla sua bionda parrucca e ne recinse pure le sue famos e nove pettegole di Muse. Porfirio, fi– losofo, asserisc e che gli antichi traevano i presagi del lauro — se abbruciando strepitava assa i era buon augurio e portava felicità — se no — brutto segno ! Per cui Tibullo (lib. 2. Eleg. V) dice: » Lau-
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