DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

57 rus ubi bona\signa dedit, giudete coloni. » E Pro– perzio (lib. 2, c. 23) « Etjacel extincto laurus adusta foco. » — Plinio asserisc e che i l Lauro era segn o di pac e fra i combattenti (lib. 15, c. 30). Se ne cin- gevan nei trionfi gl'Imperatori e i Sommi Pontefici, poi se ne cinsero i Sommi Poeti ed ahimè ! se tor– nasser o t u t ti quei Sommi, e facesser o una capatina alle fest e di Natale ed i n carneval e da noi, che d i– rebbero vedendo i l loro lauro intrecciato alle cas – seruole di cucina e posto sulle teste dei vitelli, dei majali 0 stes o sopra i loro opulenti .jambons? L a z z c r uo l a. — (Cratcegus a\arolus, Mespilus a^arolus). M i l. La^arin. - Fr. Aceraie - Ted. A$e- rolen. - Ingl. Crap-apple. Il La\\eruolo o A^erolo è una pianticella a fo– glia caduca , originaria dei paes i caldi. Viene in piena terra, ama terreno sciolto, luoghi ombrosi. Si pro– paga per innesto sul bianco spino o sul nespolo. Molte varietà , fra le quali quelle a frutto gialla– stro, ross o e bianco. Nel linguaggio dei fiori e delle piante significa: Bacio. I suoi frutti aciduli e poco succos i si raccolgono'd'ordinario i n Settembre. Sono - l'amore dei bambini e delle ragazz e — riescono più belli alla vista, che opportuni allo stomaco — d i– ventano migliori alcuni giorni dopo i l raccolto. I l suo legno si adopera a far strumenti musicali. Una delle 49 varietà è la Oxyacantha dal grec o oxyus acuto, e da acantha spina, che è i l bianco spino delle nostre siepi, 0 La\\eruolo selvatico. (Mil. Scarrion, la^arin selvadeg. - Fr. Aubepine. - Ted. Mehldorn. Ing. Eglantine). — È uno dei più cari arbusti che colla candidezza e fragranza de' suoi fiori, ci an– nuncia i l prossimo arrivo della Primavera. Si trova

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