DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c
r/i//' • s 7 dal lato dell'ombra od a tramontana mostra la pelle gialla —• i n tal momento tramanda la sua fragranza e profumo particolare. Non fatene la prova coi tatto, perchè la minima contusione forma una macchia, che i n breve tempo la guast a e fà mar– cire. L'Efera , botanico spagnolo, dice che se si ada- queranno i persici, con latte di capra per tre ser e continue quando sono i n fiore — vi nasceranno pesch e grossissime . I n China i l pesc o è l'albero a - frutta più importante e che per la sua fioritura je- male, ne à fatto i l simbolo dell' amore e della fe- deità. La pesc a colà si crede procuri l'immortalità al felice che ne mangia. Nel linguaggio delle piante press o noi significa: Contento, vita beata, non cer– car troppo. I l suo raccolto dev e farsi a mano. Quelle destinate al commercio si devono cogliere qualche giorno prima della sua completa maturanza, onde siano più resistenti. La pesca , è frutto giocondo che ricorda le guancic paffute e rose e dei bimbi e delle bimbe. E squisitissimo, salubre, profumato di facile digestione, si mangia fresc o e si fà seccar e per l'inverno, e allora si chiamano da noi veggitt. I cuochi ne fanno fritture, polpettine, persicata, sorbetti, marmellate. I l loro delicato aroma è sì sfuggevol e che invano si tenta fissarlo completa– mente nelle conserve, nei liquori. I n America, dove molto abbonda, se ne fa eccellente aquavita. I no– stri vecchi dicevano che del persico tutto va man– giato fuorché i l duro dell'osso: Malum quod im- plicuit persicum nucleus explicat. Diceva un antico proverbio latino, i l che vuol dire che bisogna man– giarne anche l'amanda. Certe signorine troppo schi– filtose non posson o soffrire la lanuggine della sua pelle ed è precisamente nella sua pelle che si con– serv a i l massimo tesoro della sua fragranza, come è nella pellicola- dalla sua amanda che maggiormente
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