DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

9o Albero dell'Europa Meridionale, che erg e la sua cima fino a 30 metri a forma di ombrello. Porta foglie numerose lunghe da 10 a 15 centim., di un bel verde. Fiorisce in Maggio e produce coni grossi durissimi contenenti mandorle triangolari lunghe due centimetri. Nel linguaggio delle piante: Tena– cità. Quei coni si rompono, o si mettono al fuoco e allora s'apron o e lascian o la mandorla, aromatica e di grato sapore . Tal e mandorla è molto in uso fra no i, serv e ai cuochi per salse , ripieni, condi– mento a certe vivande e verdure, ai pasticcieri per torte, paste , ecc. In Italia l'abbiamo dalla Pineta di Ravenna . I l pino era consacrato a Cibele la quale cangiò Atys in .pino. Dai Greci i pinocchi erano chiamati Pityides. Se ne facevan o un unguento per togliere le rughe della facci a a quelle signore che se le lasciavan o venire. Son o nutrienti, stimolanti, indigesti. E pasto graditissimo dei canarini che l i fà cantare. Molti devono ricordarsi dei maestri che facevan o fare i pigneu cioè unire insieme la punta delle cinque dita per batterle colla bacchetta — e pensar e che si stav a là mogi ad aspettar e quel regalo. Pistacchio. — (Pistacia vera, P. officinarumj. Mi l. Pistacch. - Fr. Pistache. - Ted. Pista^ie. - Ingl. Pislacco-nutas. E un grande albero a foglia caduca , originario delle Indie Orientali, della Persia , dell'Arabia e della* Siria. Fra Damasc o ed Aleppo ve ne anno selv e intere. Da noi è fatto indigeno in Toscana , nel Genovesat o e nella Sicilia. Nelle provincie meri– dionali della Francia veget a pure con prosperità. Non resist e d'inverno in piena terra nei paes i set – tentrionali. Vuol terreno sostanzioso , legger o e par-

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