DOTTOR ANTONIO - Il frutteto a tavola e in dispensa - 1887 c

> ; 95 mangiò e buttò i semi in_ quella campagn a a per-; petuare i l ricordo della sua vendetta e del suo trionfo. Ecc o perchè, dicono i Galli-celti, sono tante mele nel nostro paese , e perchè le nostre fanciulle sono Così belle! Questa second a parte l'aggiunge Ber-- nardin de S. Pierre, magnificando le bellissime mele della Normandia. A l pomo i nostri fratelli Svizzeri attaccano la storiella di Guglielmo Te l i, e al pomo che cadd e sul nas o a Newton mentre riposava in giardino dobbiamo la scoperta dell' attrazione. I l nostro popolo prende i l pomo come i l tipo della r o– tondità (rotond come un pomm), della somiglianza (vess un pomm tajaa in. duu), del vino fatto colle mani {viri de pomm), della paura [pomm-pomm), degli avvenimenti necessari i [el pomm quand V è madur, bisogna ch'el eroda); infine dell'arma più pacifica per sbarazzars i da un seccator e ffà córr a pomm). , Charlotte di poma. — Pelat e le poma, levatene i l ' torso (caruspi) e lasciatel e cocer e con vino bianco, un pezz o di burro, zuccaro (sulla dos e di un terzo del pes o dei frutti) e pezzi di cedrato candito. Quando le poma cominciano adasciugare , toglietele dal foco. Ungete intanto uno stampo, spolverizzandolo di zuc– caro, tappezzatene i l fondo e le pareti con pezzi di mollica di pane frances e della grossezz a di uno scudo • Che avrete bagnato ne l. burro fuso, versatevi i n mezzo le poma, copritele con altre simili fette di pane e fate cocer e al forno o col testo. Se le poma fosser o troppo cotte e tendesser o a squagliarsi, prima di asciugar e levatele dal loro giulebbe e collocateli nello stampo già disposto, poi concentrato a foco vivo i l giulebbe da solo, versatel o sui frutti. Così ridotti a giulebbe potrete servirli anch e colla cro– stata. Sbattete a quest' uopo tre chiara d'ov a in fiocca dens a con -tre cucchiai di zuccaro bianchis-

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