DUBINI - Cucina per gli stomachi deboli - 1862
RELATIVE AL BUON GOVERNO DELLE VIE DIGERENTI. XI £ 8. Davano i nos t ri buoni v e c c hi mo l le no rme r e l a t i ve al le cene. Ex magna cœna stomacho fit maxima pœna. — Ut sis node levis, sit libi cœna brevis, — Post cœnam autbulabis, ec. Ma i nos t ri v e c c hi pranzavano al t occo, ossia ad u n ' o ra dopo il me r i gg i o. La cosa c am– mi na al dì d ' oggi ben d i ve r sament e. Chi pranza alle cinque, non può ne mangiare pia nè bere fino alla mattina del giorno vegnente. Ta le è l ' u n i co precet to che per noi v i ensi a sost i tui re a l u t ti g li a l t r i, e, per quanto possa sembrare duro e o s t i c o, c hi ama di star sano è tenuto ad obbed i r v i. Anche le b i b i te ca l de, s emp l i ci o r i s ca l dan ti che s i e no, turbano la di gest i one. Una tazza di acqua f r e s c a, be vuta du– rante la se ra, p r o v o ca tante vol te dei flati che dinotano i nt e r ro t ta la g r ande opera de l la d i ges t i one. 2 4. Seguendo appun t i no codesti p r e c e t t i, c ui l ' e s p e r i en za in più cen l i na ja di persone ci venne sugge r endo, si r i e s c e, e non è t roppo d i r e, a se rbar buono lo stomaco se f o r t e, od anche a mi g l i o r a r lo se debo l e, quando almeno si vog l i ano po r re a l l' osservanza a l cune a l t re no rme non ve ramente d i e t e t i che, ma i g i en i che ed i nd i spens ab i l i. E queste norme si r i f e r i s c ono: 1.° al conven i ente eserc i z io del co rpo a l l ' a r ia l i b e r a; 2 .° al r iposo suf f iciente per il r i s toro de l le f or ze; 3 .° a l l ' a s t i nen za dai f armaci di p r e cauz i one, così de l ti r i n f r e s c a t i v i, e più anco ra dai pur gan ti ; 4 .° a l la serenità de l lo sp i r i t o. I. Il moto g i o rna l i e ro a l l ' a r ia l i b e r a, cont i nua lo per più di un ' o r a, o fino a tanto che la super f i c ie del corpo si sca l di e la pe l le d ia que l la sensaz ione di pun t ure che dinota l ' a p r i r si dei po ri c u t a n e i, è di tanta i mp o r t a n z a, che si po t r ebbe d i re mantenersi per esso solo salda la fibra a l le v i c i s s i t ud i ni a tmo s f e r i che, fac i le la digest ione e più obbed i ente il secesso. Nò pe r ò, come ben si vede, i l solo moto opera un tanto p r o d i g i o; ma l ' a r ia anco ra che si asp i ra non r i c h i u s a, non i n f e t t a; ma il sole che ac c e l e ra col suo ca l o r i co i l en ti umo ri del c o r p o; i na la l uce ( 1) e g ii a l t ri imp ond e r ab i lche t u t ti si uni scono a scuotere p i acevo lmente i nos t ri s t ami ne r v o si ed i c en t ri da cui emanano. II. Quanto poi al riposo , oseremo d i re che senz' esso non sapr eb- (1) Molescott dimostrò con esperimenti l'influenza della luce sulla respira– zione animale, e di quanta utilità sia per le persone morose e malinconiche il prendere dei bagni di sole invece di passeggiar e all'ombra.
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