Da Mareto_Parma e Piacenza
l ntroduzione Frequentando case, uffici pubblici, antiquariati, biblioteche ed archivi, fin dagli inizi della ricerca, si sono avute spessissime occasioni di vedere in bella mostra, oltre vecchie mappe geografiche, piante e vedute delle nostre città, in bianco e nero e a colori. Distolti però da altri oggetti delle nostre premure, ci si limitò a supporre che si trattasse di carte di trascurabile pregio o puramente decorative in attesa di più significativa sostituzione, finché, dovendoci occupare di alcune mappe per rapporti bibliografici, ci si presentò l'opportunità di una più seria consi- derazione delle piante e delle vedute cittadine dalla quale è derivata la ispirazione di catalogare tutte quelle che avessimo potuto occasionai- mente incontrare e finalmente l'organicità delle presenti notizie e delle riproduzioni che vengono presentate al pubblico in questo volume dive- nuto, ad un certo momento, più che occasionate. In effetti la varietà dei riferimenti e delle tavole è assai più copiosa di quanto si fosse inizialmente opinato e la loo importanza meritevole di una illustrazione finora affrontata solo frammentariamente o debolmente, soprattutto per- ché inseparabile dal gravoso incomodo di rintracciare, con gratuito di- spendio di tempo, gli autori e le date di molte incisioni nelle opere dalle quali sono state strappate. A ciò si è prestata finalmente la nostra debolezza incoraggiata e sostenuta da una varia spontanea collaborazione. I primi passi della ricerca si mossero, natttralmente, in Parma} nell'Archivio di Stato, veramente ricco di carte topografiche, di piante e vedute, ma in gran parte anonime o senza data. Si estese in pari tempo alla Biblioteca Patatina, senza tuttavia decisivo risultato specialmente per- ché il suo fondo cartografico fu deplorevolmente decimato dal bom- bardamento del 13 maggio 1944 e depredato. Hanno perciò potuto esserci molto utili anche private collezioni in Parma, biblioteche e pubbliche raccolte di altre città. Ci è stato così possibile descrivere per diretta visione un insospettato numero di tavole piene di interesse e di attrattiva per tutti i cultori di storia e d'arte, per gli antiquari e bibliofili. Nella massima parte si presentano autentiche con la indica- zione degli autori e dell'anno d'invenzione o di edizione unitamente al titolo in corpo 12; non molte restano anonime e sotto un anno approssimativo; poche altre semplicemente sotto il secolo di compo- sizione. Per l'epoca romana non abbiamo disegni originali delle nostre città, ma solo disegni risultanti da studi recenti fondati sopra reperti archeologici. Il disegno originale più antico e particolareggiato della' città e del territorio di Parma è del 1460 ca.; soltanto verso il 1550 abbiamo piante e vedute prospettiche in senso proprio. La prima pianta di Parma datata .finora nota è del 1557 rappresentante la città vista avo- lo d'immaginazione con indicazione sicura solo del torrente, dei ponti e delle porte. Dal detto anno se ne incontrano poi molte altre r~calcate sulla medesima, con leggiere varianti nel disegno e nelle parole, stampate in cornice o senza cornice, e non molto dopo cominciano ad apparire piante completamente indipendenti e più aderenti alla realtà. T anta nella carta del 1460 come in molte altre anteriori al secolo XVII si osserva un orientamento errato con mancanza di proporzione
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