Dalcò_Dizionario parmigiane

Patria, che realizzò nelle sue azioni di servizio. Fu grande amica di Lina Maghenzani, maestra e madre di Giovannino Guareschi. A San Lazzaro, in tutto il tempo della prima guerra mondiale, la sua opera raggiunse quell’efficienza che caratterizzò sempre il suo lavoro. Ma fece anche molto di più: aprì la sua casa a chiunque, preparò aiuti concreti per i soldati al fronte, curò la corrispondenza fra i richiamati e le famiglie. Fu iniziatrice e prese parte a opere pro-feriti, richiamati, famiglie di caduti, profughi e orfani di guerra. Diresse i ricreatori estivi di San Lazzaro per i figli dei richiamati. Divenne la sorella di tutti, la maestra delle lavandaie giovani e anziane della zona. Nel 1938 fu convocata in Comune dove un funzionario le ingiunse di non utilizzare il nome ebraico di Sara ma quello di Virginia, la zia che le aveva fatto da madre: fu per lei un duro colpo, ma continuò a credere nei valori della patria. Andò in pensione dopo quarant’anni, ma l’assegno non arrivò mai: una dimenticanza. Vendette le sue povere cose e si trasferì nella casa dell’amica Lina Maghenzani: le due maestre si sostennero a vicenda nei difficili anni della guerra. Bibl.: Eluison G., Il tempo lontano delle “signore maestre” , al pont äd mez, 1988, pp. 33-37. Caggioli Rosa Dina (Rosi) in Fabbro Vestone (Bs) 20 settembre 1950 - Parma 6 luglio 2009 Dopo il trasferimento a Brescia, presso le suore Salesiane conseguì il titolo di stenografa. Nel 1977 la famiglia si trasferì a Casto (Bs), un piccolo paese nella val Sabbia: la realtà di paese non attenuò il suo desiderio di rendersi utile per la comunità, parrocchiale e allargata. A 17 anni iniziò a lavorare come contabile presso l’azienda dello zio. Conobbe quindi l’esperienza francescana e, l’11 aprile 1971, entrò nell’ordine delle sorelle Francescane del Verbo Incarnato. Per quindici anni vestì l’abito religioso: maestra d’asilo, eremita sul monte Subasio (Assisi), dedita ad anziani, carcerati e clochard, insegnante di religione cattolica e animatrice nei campi estivi, assidua studiosa di teologia. Ciò nonostante la vita religiosa divenne oggetto di frequenti incomprensioni; malati da accudire a tutte le ore, emarginati da accogliere, disponibilità senza limiti di tempo al servizio di poveri e sbandati, condizioni che aprivano continui (anche se piccoli) diverbi con le religiose della comunità. Così dopo mesi di riflessioni la scelta di tornare allo stato laico nel gennaio 1985. Lasciato l’ordine venne accolta da una sua ex consorella a Fidenza. Nell’ottobre del 1985 fu socia fondatrice della Società Cooperativa “Aurora” di Fidenza con l’intento di favorire le famiglie in difficoltà nella cura di anziani e malati. Nel febbraio del 1987 conobbe Fabio Fabbro e, nel dicembre 1988, si sposarono: la loro casa diventò un luogo di accoglienza per profughi, immigrati, senza fissa dimora, carcerati, tossicodipendenti, malati psichiatrici, donne maltrattate, alcolizzati, ex prostitute. Nel corso del 1990, la famiglia decise di abbandonare gli impegni lavorativi e iniziò così un percorso di accoglienza nella canonica ristrutturata della chiesa di Castelguelfo. Fino al 2000 la casa famiglia ha accolto persone provenienti da 53 nazioni del mondo. Nel 1994 la svolta verso l’accoglienza dei bambini: questa esperienza evidenziò le sue qualità di madre e di educatrice. Nel 1997 iniziò lo studio della lingua ebraica, desiderosa di poter accedere con maggior profondità alle sacre scritture. Nel 2005 con l’associazione Famiglia Aperta, diede vita al progetto “Bet No@h”. Nel 2006, dopo il corso di formazione per soccorritori, iniziò il servizio presso la CRI di Pontetaro come Volontario del Soccorso, conseguendo la patente di guida per l’ambulanza. Alla fine 2007 s’iscrisse a un corso di arabo presso l’Università di Parma, con l’intento di approfondire la conoscenza della cultura araba. Nel gennaio 2008 le venne diagnosticato un carcinoma addominale: dopo l’operazione, a dicembre decise di interrompere le cure chemioterapiche. Fonte: notizie fornite da Fabio Fabbro. Cagli Bice in Camis Udine ante 1915 - Parma 20 luglio 1930 Insegnante. Laureata in Lettere, sposò a Verona Mario Camis, medico neurofisiologo. Seguì il marito nel trasferimento a Parma e si dedicò a un’intensa attività culturale e benefica. Appassionata di musica, suonava il violino: amava la letteratura e la storia e

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