Dalcò_Dizionario parmigiane

Ferrari Maria Parma 1946 Benefattrice. Dispose un legato di 800.000 lire a favore dell’Ospedale Maggiore, con testamento pubblico a rogito del notaio Braibanti, registrato a Parma il 19 settembre 1946. Fonte: Albo dei benefattori , Ospedali Riuniti di Parma, 1952, p 16. Ferrari Palmira (Mira) Parma 13 febbraio 1877 - Mantova 11 febbraio 1964 Medico e docente universitaria. Figlia di Guglielmo, calzolaio, e Teresa Colla. Dopo la morte del padre, nel 1893, continuò gli studi ginnasiali grazie al buon profitto e quindi a un sussidio del Comune. Nel luglio del 1897 ottenne il diploma, il primo femminile della città. Si iscrisse all’Università di Parma e, nel 1903, ottenne la laurea in medicina, con una tesi in Clinica Medica Pediatrica: si specializzò in Ostetricia e Ginecologia in Svizzera. Dal 1914 al 1918 diresse l’ambulatorio pediatrico dell’ospedale di Borgo San Donnino. Nel 1926 ottenne la cattedra all’Università di Roma. Divenne direttore medico del Grande Albergo Detraz di Salsomaggiore e, dal 1919 al 1948, direttore dell’Opera Pia Catena sempre a Salsomaggiore. Fu segretaria dell’Associazione medica di Salsomaggiore Terme e Presidente di numerosi comitati di assistenza sociale. Fu anche Presidente Congregazione municipale di carità, carica che per la prima volta in Italia venne affidata a una donna. Fondò l’Associazione italiana delle dottoresse, costola dell’associazione internazionale, la sviluppò con numerose sezioni regionali e organizzò congressi nazionali e internazionali: importante quello tenutosi a Bologna nel 1928. Nel settembre del 1953 organizzò il Congresso di Varese, che ebbe l’onore della presenza di Ada Cree Reld, Presidente internazionale. Su Salsomaggiore si focalizzò l’attenzione e l’interesse del mondo medico femminile. Partecipò a molti congressi in Italia e all’estero: tra i temi studiati spicca quello delle acque salsesi. A Salsomaggiore ricoprì cariche pubbliche. Fu Presidente del Comitato per l’offerta del gonfalone al Comune, del Comitato per l’istituzione della scuola tecnica, del Comitato femminile di assistenza durante la guerra 1914-1918, del Comitato per le cure di Salsomaggiore a donne e bambini di Trento, del Comitato dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia e del Comitato della Dante Alighieri. Inoltre fu delegata della Croce Rossa Italiana, consulente della Casa della madre e del bambino, ispettrice e consigliere dell’amministrazione dell’Asilo infantile, dirigente di campeggi e colonie montane e marine. Nel 1957 divenne Presidente onoraria dell’Associazione dottoresse in medicina e chirurgia, e le fu conferita una medaglia d’oro per il lavoro svolto. Il Journal of the American Medical Women’s Association di New York le dedicò un lungo articolo, definendola una pioniera nell’affermazione del ruolo, in Italia, delle donne medico. Fu sepolta nel cimitero di Salsomaggiore Terme. Bibl.: Greci R., Schiavenna S., Il Regio Liceo Ginnasio “Gian Domenico Romagnosi” modello scuola classica , Diabasis, Reggio Emilia 2006, pp. 152-156; Lasagni R., Dizionario biografico dei parmigiani , PPS Editrice, 1999, II, pp. 726-727. Ferrari Ones Sissa 30 novembre 1912 - Parma 1 marzo 1994 Adottò un bimbo con sindrome di Down, alla chiusura del brefotrofio di Parma nel 1973. A sessant’anni divenne madre “di un sacchetto di ossicina” (parole sue). Vuotato il brefotrofio, Oreste era rimasto senza una famiglia: undici mesi, sindrome di down, asma, bronchite, mal di cuore. Ones, su suggerimento di Mario Tommasini, decide di prendere in affidamento il bambino. Era di una bellezza straordinaria: non si era mai sposata e, con gli anni, era tornata a vivere al paese, assieme alla sorella Bruna e al nipote, Giovanni detto Auterio. Oreste che doveva morire visse anni bellissimi, circondato dalle sue mamme Ones e Bruna: alla sua morte Oreste era già grande e per tre mesi non volle mangiare e solo l’amore di Bruna e Auterio lo salvarono. Bibl.: Spaggiari C., Oreste che doveva morire e altri racconti , Parma, 2005.

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