Dalcò_Dizionario parmigiane
Compiano: lo stato della Val Taro venne ereditato dal figlio Gian Andrea III che aggiunse al proprio cognome quello dei Landi. Ranuccio II riuscì nel 1682 ad acquistare, per settecentomila scudi d’oro e con benestare imperiale, l’intero Stato Landi dal principe Gian Andrea III, che cedette al duca di Parma anche il castello di Bardi, diventato l’abituale residenza dei principi Landi. Il ricchissimo archivio della famiglia fu interamente trasferito a Roma, nel palazzo Doria. Bibl.: da Mareto F. (a cura di), Bibliografia generale delle antiche province parmensi , Parma, 1974, II, p 596; Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, III, p 157. Langhbein Rosa 1881 - Corniglio 8 aprile 1945 Vittima di guerra. Di origine tedesca, coniugata con un bercetese fu giudicata colpevole di spionaggio dal tribunale militare partigiano e fu fucilata. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 226. Lanzi Clotilde - Parma 14 maggio 1944 Vittima di guerra. Perse la vita per una raffica di mitraglia. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 138. Lapina Marianna Corchia 3 ottobre 1896 - Ghent 13 febbraio 1990 Imprenditrice. Nacque in una famiglia di agricoltori, seconda di tre sorelle e con loro, in quel piccolo mondo antico, imparò a tagliare e a cucire. A sedici anni intraprese il lungo e travagliato viaggio per l’America e non tornerà più nella sua amata terra. Si sposò il giorno di Santo Stefano del 1915 e, a vent’anni, diventò madre. Lavorò in casa con la sorella Carolina, la primogenita malata da assistere e mantenere, come i genitori lasciati in Italia. L’amatissimo unico figlio Alfredo morì di difterite a soli due anni e l’anno successivo, per un incidente, morì il marito. Restò sola e in quell’appartamento di una brownstone sulla 47sima, si dedicò giorno e notte al lavoro. Qualcuno si accorse che quella giovane, dagli occhi azzurri e i folti capelli corvini, aveva le mani d’oro. Non solo cuciva e tagliava: ricamava e creava campioni di una fattura stupefacente. Cominciò a collaborare anche con le sartorie dei più grandi teatri di Broadway: in pochi anni accumulò una fortuna. Gli anni migliori, però, passarono nella solitudine e nella mancanza di affetti. Insieme ad altre donne emigrate di Corchia, tra cui la sorella Carolina e l’amica Anna Dolfi, confezionò un’opera d’arte: di notte ricamavano una veste unica e preziosa che donarono, nel 1924, alla parrocchia di Corchia. L’abito è indossato dalla statua della Madonna, portata in processione la prima domenica di luglio. Nel 1933 sposò un giovane istriano, Ezio. Poco dopo si trasferirono nel quartiere di Queens e aprirono, finanziata interamente da lei, la loro prima attività: la Bella Venezia , un ristorante italiano con piste da ballo e sale da gioco. Dopo la chiusura dell’attività di ristorazione, abbandonò la città per spostarsi a Millerton, nella contea di Dutchess: qui acquistò una fattoria e ritornò a lavorare i campi come quando era bambina. Poi Millerton, Copake e Ghent: tre città diverse e altrettante fattorie, una più grande dell’altra. L’ultima, nella Columbia County, con 160 vacche e 52 acri di estensione agraria, per una produzione media quotidiana di una tonnellata di latte. Morì alla soglia dei novantaquattro anni. Fonte: notizie fornite da Daniela Jasoni. Lasagna Laura Parma 13 giugno 1943 - 24 settembre 2012 Insegnante. Quarta di cinque fratelli, figlia di una modista e di un tipografo, manifestò fin dall’infanzia un grande amore per i colori. Avrebbe voluto inscriversi all’Istituto d’arte, ma i
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