Dalcò_Dizionario parmigiane

Maccagni Luigia Parma - post 1893 Soprano, nel novembre 1886 debuttò al Teatro Reinach in Nabucodonosor : era una sostituzione e, sebbene non fosse molto preparata, fu accolta con favore. Nel gennaio 1887 cantò al Teatro Contavalli di Bologna nel Barbiere di Siviglia . Il 22 maggio fu inaugurato a Casalmaggiore il ponte sul Po: l’impresario Virginio Bavagnoli allestì un Barbiere, in cui interpretò la parte di Berta. Ritornò a Casalmaggiore nella Fiera del 1893 come Milady in Fra Diavolo . Sitografia: Vetro G. N., Dizionario della musica e dei musicisti dei territori del Ducato di Parma e Piacenza www.lacasadellamusica.it/vetro Maccagnini Marianna Varsi 1917 Ottenne il Diploma, Medaglia d’Argento e 50 lire da parte del Consorzio Agrario Parmense per il suo comportamento durante gli anni della prima guerra mondiale. Chiamati alle armi i suoi due fratelli, rimasta con la vecchia madre più che settantenne, si occupò della conduzione del podere posto nella località “Frazzoni” di proprietà della famiglia, della estensione di sedici ettari, in parte a bosco e in parte coltivato, governando sei capi di bestiame bovino e due maiali. Seppe ottenere risultati come in tempi normali. Bibl.: Bizzozero A., Il libro d’oro delle donne dell’agro parmense: le donne premiate negli anni di guerra 1916-1917 , Pelati, 1920, p 105. Maddalena da Brescello Parma 1315/1328 Fu priora nel convento di San Domenico nel 1326 e nel 1328: è attestata presente dal 1315. Il convento è localizzato nell’Oltretorrente, a fianco della chiesa di San Giuseppe. La priora svolgeva un ruolo di primo piano ed era la prima donna del convento. Bibl.: Dalcò F., Per una storia dei patrimoni ecclesiastici. Monasteri e conventi femminili a Parma dall’XI al XV secolo , tesi di dottorato di ricerca in Storia, a.a. 2004-2005, p 211. Maestri Ede Trecasali (PR) 30 novembre 1919 - Parma 2001 Da bambina avrebbe voluto studiare ma le condizioni della famiglia non lo permettevano e si fermò alle scuole elementari. Imparò il mestiere di sarta, un modo per guadagnarsi da vivere ed essere autonoma. Appartenente a una famiglia antifascista, fu staffetta partigiana durante la resistenza e, dal 1945, iscritta al partito comunista. A Parma, dove si sposò, visse sempre nei borghi, tra borgo Retto e borgo Torto (via Corso Corsi), al centro di un’umanità calorosa, solidale, eterogenea. Amò la lettura: la sua libreria conteneva opere di ogni genere, letteratura russa, francese, ed enciclopedie che acquistava a rate anche per sostenere le case editrici di sinistra. La sua casa, che ospitava anche gatti, cani, uccellini, era un riferimento per tanti che trovavano sempre pronto un caffè o anche un piatto di tortelli d'erbetta. Non ebbe figli ma i nipoti amavano stare con lei, ascoltare le sue battute, discutere di politica e intanto farsi cucire il cappotto o la minigonna, spostando uno dei gatti dalla sedia per sfogliare il giornale Noi donne o Vie nuove. Visse sempre la politica come servizio, la militanza come impegno civile sia nel partito che nell’UDI: il suo modo di vivere rispecchiava i suoi ideali, aiutare chi stava peggio, il senso civico e l’onestà. Fu una presenza costante alle feste dell’Unità, ai seggi per le elezioni, nelle campagne elettorali, in ogni occasione in cui il partito richiedeva partecipazione. Lasciò, come eredità, una vecchia macchina da cucire Singer, libri di ogni genere, scatole di bottoni e il ricordo di una donna forte, autonoma e moderna. Fonte: notizie fornite da Patrizia Maestri. Maestri Giuseppina 1882 - Parma 25 aprile 1944

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