Dalcò_Dizionario parmigiane

Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 250. Mari Ida Fraore di Eia 18 dicembre 1890 - Ponte Taro 22 maggio 1981 Insegnante. È ricordata a Ponte Taro come “la donna delle beatitudini”. Ultima dei nove figli di una guardia ferroviaria e di una donna di servizio, si trasferì a Ponte Taro nel 1912, dove frequentò la scuola di cucito di Noceto. Qui imparò l’arte del ricamo e compì gli studi superiori per diventare maestra. Con l’assistenza di un sacerdote, cominciò a considerare l’idea di fondare una scuola materna ed elementare per i bambini delle famiglie più povere. In due piccole camere presso l’oratorio di Santa Teresa del Bambin Gesù, cominciò a lavorare con il primo piccolo gruppo di bambine, aiutata dalle ragazze più grandi del paese. Dopo pochi anni, all’inizio degli anni quaranta, grazie alle donazioni ricevute da alcuni cattolici dell’alta borghesia e dell’imprenditoria industriale (tra cui la famiglia Barilla), le due camere si espansero fino a divenire un grosso edificio, una vera scuola materna, in grado di ospitare un centinaio di bambini. Presso la scuola di Ponte Taro fu aperto anche un laboratorio per l’insegnamento del cucito a maglia, con lo scopo di fornire alle giovani donne un lavoro remunerativo. Nel 1971, dal loro convento di Parma arrivarono le Suore Luigine, per aiutare l’anziana maestra. Morì a novanta anni; fu sepolta presso l’oratorio della scuola materna da lei fondata. Nel 1952, per questa e molte altre attività caritatevoli, le fu conferito il “Premio di Bontà” nazionale. Negli anni Settanta, papa Paolo VI le concesse un’udienza privata, congratulandosi personalmente e ringraziandola per la sua generosità. Testimonianza significativa della sua esperienza sono le lettere scritte all’amica Dina Bilzi, pubblicate in occasione della traslazione dei resti dalla tomba di famiglia di Noceto all’Oratorio Sacro Cuore di Pontetaro il 1 marzo 1998. A Ponte Taro le è stata dedicata una strada che collega la chiesa principale al parco. Dal 2012 la sua immagine è esposta a Medjugorje, al Centro San Pio da Pietralcina per la nuova opera ospedaliera per bambini. Bibl.: Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, III, p 387; L’immagine di Ida Mari sarà esposta a Medjugorje , Gazzetta di Parma, 14 luglio 2012. Sitografia: www.it.cathopedia.org/wiki/Ida_Mari Maria de Platina Parma 1252 Fu badessa nel monastero di Sant’Alessandro nel 1252 e protagonista di un episodio: il delegato papale Giacomo Denari designò Adelasia quale coadiuvante della badessa, probabilmente già in età avanzata, adducendo la sua ormai provata incapacità di amministrare gli affari del monastero. La badessa si ribellò alla decisione che, denuncia, è stata presa senza sentire il suo parere, e scredita Adelasia definendola dilapidatrice di beni, cattiva amministratrice, donna disobbediente e falsa. Dopo l’appello alla sede apostolica, e la conferma dell’onestà della sua condotta, la badessa sospese la monaca Adelasia. Bibl.: Dalcò F., Per una storia dei patrimoni ecclesiastici. Monasteri e conventi femminili a Parma dall’XI al XV secolo , Tesi di dottorato di ricerca in Storia, a.a. 2004-2005, pp. 250-251. Mariani Amalia Senigallia 2 marzo 1874 - Fidenza 20 ottobre 1951 Arpista e benefattrice. Si diplomò nel 1892 e si esibì, con successo, in Italia e all’estero. Fu ottima esecutrice e, donò poco prima della morte al Conservatorio di Pesaro, la preziosa arpa Erard in avorio e oro, insieme a 130 opere musicali e a un leggio. Moglie dell’imprenditore Aldo Gramizzi. Durante la prima guerra mondiale, come presidente locale della Croce Rossa, svolse opera di assistenza ai feriti, ai convalescenti e ai soldati di passaggio, recandosi con le sue dame a riceverli per rifocillarli. Sotto la sua direzione sorsero le prime colonie marine e montane per i giovani

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