Dalcò_Dizionario parmigiane
1943 furono arrestate, insieme alle sorelle Ulda ed Emilia, ai figli di quest’ultima, Davide di otto anni e Donato di nove, dalla polizia italiana a Reno di Tizzano. Gemma e Letizia si ammalarono durante il periodo d’internamento: gli altri componenti della famiglia furono trasferiti a Fossoli e da lì deportati ad Auschwitz da dove non fecero più ritorno. Gemma, gravemente ammalata e intrasportabile, fu ricoverata all’ospedale civile di Parma, dove rimase fino alla Liberazione grazie all’aiuto dei medici e di Luisa Minardi che, finito il suo lavoro diurno come impiegata, andava di sera ad assistere i malati. Anche Letizia, si ammalò di una grave malattia per cui fu ricoverata nello stesso ospedale della sorella e Luisa si occupò anche di lei. La polizia italiana e quella tedesca venivano periodicamente a controllare se le condizioni della malata ne consentivano la deportazione. Nell’estate del 1944 Luisa organizzò la fuga di Letizia dall’ospedale e la nascose: intanto continuò la sua regolare attività di volontariato presso l’ospedale e il lavoro di tutti i giorni. Verso la fine del 1944 la fece accogliere presso il convento delle suore del Buon Pastore di Parma, ma Letizia morì il 6 febbraio del 1945. Si presentò il problema della sepoltura: le fu dato il falso nome di Maria Fulgenti e con la complicità della superiora dell’istituto, del medico curante, del parroco della chiesa di San Quintino, del direttore del cimitero, le fu fatto un funerale cattolico. Dopo la liberazione, davanti al notaio Giuseppe Micheli, fornirà la documentazione per il riconoscimento della vera identità e per la traslazione della salma nel settore ebraico della Villetta. Fu insignita di medaglia d’oro della Croce Rossa Italiana e del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica per il suo altruismo e generosità verso i bisognosi e i sofferenti, tra cui dopo la guerra, i carcerati detenuti nelle carceri di San Francesco di Parma. Per il suo operato nei confronti degli ebrei perseguitati, ricevette una medaglia d’oro anche dalla comunità ebraica di Parma. Il 25 agosto del 2003, Yad Vashem la riconobbe come Giusta tra le Nazioni. Bibl.: Bonardi P., La chiesa di Parma e la guerra 1940-1945 , Benedettina, 1987, p 96; Picciotto L. (a cura di), I Giusti d’Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945 , Mondadori, 2006, pp. 169-170. Sitografia: www.storiamemoria.it/node/4783 Minardi Vanna Parma 11 giugno 1949 - 10 novembre 2009 Abituata a vivere in solitudine, s’impegnò ad accudire le colonie feline presenti nel quartiere di Vigatto. Lavorò a lungo come cuoca a Villa Parma, casa protetta degli Iraia. Per molti anni tutto il suo impegno fu consacrato agli amici a quattro zampe. Con grandi sacrifici, anche economici, si prese cura dei tanti gatti randagi che vivono in piccole colonie tra Alberi e Vigatto, non lontano dalla cassa di espansione sul torrente Parma. Li nutriva, li accudiva e li curava. Il suo esempio ha meritato anche l’apprezzamento dell’assessore all’ambiente del Comune. Fonte: www.senesonoandati-parma.blogautore.repubblica.it/ Minelli Angiola Parma 1769 Danzatrice. Nel 1769 fece parte dei 24 figuranti nell’ Arcadia che si tenne nel Giardino Ducale “nelle Allegrezze in occasione delle Reali Nozze”. Sitografia: Vetro G. N., Dizionario della musica e dei musicisti dei territori del Ducato di Parma e Piacenza www.lacasadellamusica.it/vetro Minoli Gabriella Campi di Albareto 1961 - Borgo Val di Taro 11 novembre 2012 Portalettere. Conseguì il diploma di ragioneria all’Istituto Zappa-Fermi di Borgotaro e, pochi mesi dopo, trovò lavoro alle Poste: fece la portalettere per 32 anni con passione e impegno. Lavorò in quasi tutta la provincia: prima Parma, poi a Collecchio, Borgotaro e infine a Bedonia. Sempre disponibile e pronta ad aiutare gli altri, conosceva i bisogni della gente e riservava particolari attenzioni, specialmente agli anziani e alle famiglie isolate, che spesso si rivolgevano a lei per avere
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=