Dalcò_Dizionario parmigiane

maresciallo di Palazzo, generalissimo delle Forze Armate e ministro degli Affari Esteri: infine il 1° gennaio 1817 Maria Ludovica assunse definitivamente il governo dei Ducati. Il 1° maggio 1817, dalla relazione con il conte, nacque Albertina Maria: la bambina ricevette il titolo di contessa di Montenovo (traduzione di Neipperg). Il 9 agosto 1819 nacque Guglielmo. Il 7 agosto 1821, dopo la morte di Napoleone, i due si unirono in matrimonio felice: fu un’unione felice. Il conte morì il 22 febbraio 1829. Nuovo segretario di Stato divenne il barone Giuseppe Werklein. Costretta ad allontanarsi dalla città che aveva aderito ai moti rivoluzionari dell’Italia centrale, Maria Ludovica si trovava a Vienna quando morì il figlio Francesco (22 luglio 1832). Dopo la morte di Neipperg fu l’imperatore a inviare a Parma un abile consigliere: il conte Charles di Bombelles. Il 17 febbraio 1834 Maria Ludovica convolò, in terze nozze, con il suo maggiordomo maggiore Bombelles. Quando morì, a 57 anni, di pleurite reumatica, il Ducato passò a Carlo Lodovico di Borbone, duca di Lucca. I funerali furono celebrati a Parma nella cappella di San Lodovico: la salma fu traslata a Vienna per essere inumata nella Cripta dei Cappuccini, tomba degli Asburgo. Il governo di Maria Ludovica ha lasciato una forte impronta nella città: fece realizzare una serie di opere pubbliche di grande pregio e fu mecenate e protettrice delle arti e della cultura. Con decreto del 22 marzo 1816 istituì di nuovo gli antichi statuti dell’Accademia di Belle Arti di Parma, e annunciò il ritorno delle opere che il marito aveva trasferito in Francia. Per dare impulso all’Accademia conservò la tradizione dei premi annuali: la cerimonia di consegna, cui partecipava tutta la Corte, costituiva uno degli atti protocollari di maggiore importanza. Coltivò con passione la pittura di paesaggio: la sua produzione in questo campo è attestata da un prezioso album conservato nel Museo Glauco Lombardi di Parma, che comprende 46 acquerelli, firmati Marie Louise, recanti visioni della Savoia, delle Alpi italiane e svizzere, dell’Austria, vedute di Venezia, di Parma e provincia, tra cui un prospetto della chiesa romanica di Vicofertile. Le grandi iniziative realizzate dalla Duchessa arricchirono la città di monumenti e di opere di pubblica utilità. Portò a termine il cimitero della Villetta e decretò la costruzione del ponte sul Taro realizzato tra il 1819 e il 1821 su progetto di Antonio Cocconcelli. Molte furono le opere di beneficenza: nel 1817 creò l’Ospizio della Maternità, che accoglieva ragazze madri, con annessa una Scuola tecnico-pratica di ostetricia della durata di diciotto mesi per otto ragazze: due erano mantenute agli studi direttamente dalla Duchessa. Nel 1818 concesse i locali dell’ex convento di San Francesco di Paola per l’Ospedale dei Pazzerelli, e creò ospizi e ricoveri allo scopo di migliorare la difficile situazione sanitaria. L’opera architettonica più significativa fu la costruzione del Teatro Ducale (ora Teatro Regio), disegnato da Nicola Bettoli e decorato da Paolo Toschi, iniziato nel 1821 e terminato nel 1829: la duchessa impose prezzi d’ingresso più bassi per permettere l’ingresso a teatro anche ai ceti meno agiati. Per fare fronte alla carestia del 1829, intraprese una serie di opere pubbliche tra cui il rifacimento di Porta San Barnaba e di Porta Santa Croce: le opere davano lavoro alle classi più povere, attenuando loro le difficoltà dell’inverno. Anche il Palazzo della Pilotta fu modificato per ospitare numerose istituzioni culturali: nel 1833 venne creata una sala per l’Archivio di Stato e l’anno successivo fu ampliata la Biblioteca con la costruzione della nuova Sala Ducale. Tra il 1836 e il 1837, soprattutto per fronteggiare necessità igieniche, fu costruito il complesso delle Beccherie nella Ghiaia, che comprese le botteghe per la vendita della carne: invece il mercato del bestiame venne collocato nel Foro Boario tra il Giardino Ducale e il greto del torrente. Nel 1836 l’Ospedale degli Incurabili che, dal 1322 aveva sede nell’oratorio di San Giacomo in strada San Francesco, fu trasferito nell’ex convento dei Francescani. Nel 1842 destinò un edificio di strada Santa Croce a Convitto per le Suore di Carità. Si occupò anche dell’istruzione fondendo il Collegio Lalatta e il Collegio dei Nobili in una sola istituzione, il Collegio Maria Luigia, affidato all’amministrazione dei padri Barnabiti. Fondò la Scuola della Compagnia dei figli di Truppa, destinata ai figli di ufficiali e sottufficiali. Trasformò il Giardino Ducale, risalente all’epoca farnesiana, in un parco pubblico. Tra il 1838 e il 1840 diede inizio ai lavori di restauro della facciata, del tetto e degli interni del Palazzo Ducale. Per la vita del Ducato fu molto significativa la ripresa di un progetto napoleonico: quello di una strada che attraversasse l’Appennino e così, nel 1835, iniziarono i lavori nel tratto da Fornovo al passo della

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