Dalcò_Dizionario parmigiane
settembre 1693, morì il principe Odoardo Farnese. Alla morte di Ranuccio, perciò, fu il secondogenito Farnese a salire sul trono. Il 7 settembre 1796, tre anni dopo l’incoronazione, a diciassette anni, sposò la cognata. Dal matrimonio non nacquero figli ma il nuovo duca si affezionò alla nipote e figliastra. Il 30 luglio 1714 insieme al marito, alla figlia e al cardinale Acquaviva d’Aragona sottoscrisse i patti nuziali stipulati con Filippo V re di Spagna. In settembre vennero celebrate le nozze per procura e, dopo qualche giorno, Elisabetta partì per la Spagna. Da allora Dorothea Sofia condivise il desiderio della figlia di assicurare alla propria discendenza l’eredità del Ducato di Parma e Piacenza. Dopo la morte di Francesco, avvenuta il 26 febbraio 1727, dovette combattere con il nuovo duca Antonio per il trattamento vedovile riservatole di cui si lamentava con la figlia. Elisabetta non rimase insensibile e nell’agosto inviò a Piacenza presso la madre i ministri Monteleoni e Scotti, che giunsero a un accordo per la sistemazione economica. Ebbe anche cattivi rapporti con la nuova duchessa Enrichetta d’Este: fu presente alla visita ginecologica cui fu sottoposta per la sua presunta gravidanza e, dopo la scoperta dell’inganno, il 29 dicembre 1731, nel gran salone di Corte il conte Selvatico le consegnò il possesso dei Ducati nella sua veste di reggente dell’infante don Carlo di Spagna. Il primo atto di governo fu di licenziare ministri e ufficiali fedeli ai Farnese. L’11 gennaio 1732, con una cerimonia solenne, ordinò il cambio delle milizie cittadine con la guardia imperiale: il 9 settembre Carlo di Borbone entrò solennemente in città per prendere possesso dei suoi domini. Si ritirò quindi dalla scena politica. Fu sepolta nella cripta sepolcrale della chiesa di Santa Maria della Steccata in Parma. Bibl.: Artocchini C., Le padrone di Parma e di Piacenza , Stabilimento tipografico piacentino, 1975, pp. 45-48; Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, III, pp. 653-655; Negri G., Notizie intorno la origine e i progressi della Compagnia del Santo angelo custode, Stocchi, 1853, p 48; Pellizzer S., ad vocem in Dizionario biografico degli Italiani , XLI, 1992, pp. 502-505. Nicolini Ada Parma 1 giugno 1902 - 11 agosto 1985 Antifascista. Commessa. Componente del gruppo femminile comunista e sorella di un Ardito del popolo iscritto alla federazione provinciale giovanile comunista. Nella sua casa venne trovato il documento fondativo del movimento che ricorda la prima riunione in data 4 ottobre 1922. Fu schedata nel Casellario politico provinciale della Questura di Parma con apertura del fascicolo il 22 febbraio 1929. Bibl.: Manotti B., Un universo sommerso. Frammenti di vita di “sovversive” parmensi , in Giuffredi M. (a cura di), Nella rete del regime , Carrocci, 2004, pp. 143-144; Palazzino M., Elenco degli antifascisti parmensi, in Giuffredi M. (a cura di), Nella rete del regime , Carrocci, 2004, p 200. Nicolini Carla 1930 - Parma 30 dicembre 1944 Vittima di guerra. Perse la vita per una raffica di mitraglia. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 101 e p 140. Nidi Irma Parma 26 settembre 1945 - 15 gennaio 2009 Maestra e volontaria. Figlia di Pietro, contrabbassista nell’Orchestra RAI di Torino, e di Rosa Venèr, della famiglia di distillatori giunta a Parma agli inizi del Novecento. Frequentò le maestre Luigine, dalla scuola materna fino al diploma magistrale: la passione per l’insegnamento la contraddistinse nel suo percorso di vita. Entusiasta del metodo Montessori, intuì di volersi dedicare agli alunni con maggiori difficoltà: per questo, alla fine degli anni Sessanta, s’iscrisse alla scuola di specializzazione per insegnanti che operavano nelle classi differenziali. Nel 1968 sposò Luigi Mazzoli: dall’unione nacquero Ilaria e Chiara. Lascerà l’insegnamento per seguire il marito negli
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