Dalcò_Dizionario parmigiane
nella villa di Marlìa, poi alle Pianore. Fu Duchessa di Parma dalla morte di Maria Luigia d’Austria al 18 aprile 1848, giorno in cui Carlo Ludovico di Borbone nominò una reggenza rinunciando ai suoi diritti di sovrano. In accordo con il marito, dopo la tragica morte del figlio Carlo, si ritirò in una villa a Viareggio. Negli ultimi anni visse nella villa di San Martino in Vignale, sulle colline lucchesi. Fu priora della Compagnia del Sant’Angelo custode di Parma. Alla morte prese i voti dell’ordine delle Domenicane. Bibl.: Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, IV, pp. 344-345; Negri G., Notizie intorno la origine e i progressi della Compagnia del Santo angelo custode, Stocchi, 1853, p 49. Savora Umbertina 1917 - Parma 13 maggio 1944 Vittima di una strage di civili avvenuta a causa di un bombardamento degli alleati che colpì la città. Furono colpiti il centro e la periferia della città che ebbe, dopo quell’evento, il soprannome di “Cassino del nord”. La zona monumentale era un cumulo di macerie: distrutti il Palazzo Ducale, il Teatro Paganini, l’ala sud del Palazzo della Pilotta. Persero la vita 50 persone. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 85 e p 142. Sbaffi Maria Grazia La Spezia 4 novembre 1936 - Parma 26 maggio 2011 Appartenne a una storica famiglia del Metodismo. A causa dell’ostracismo fascista verso le minoranze che avevano legami all’estero - la Chiesa metodista italiana era finanziata dalla Chiesa metodista inglese - visse un’infanzia itinerante tra La Spezia, Carrara e Venezia. Respirò la fede e l’impegno ecclesiale nel contesto di una famiglia pastorale: pastori sono il nonno Emanuele, il padre Mario, il fratello Paolo, i due zii Aldo e Aurelio. Fin da bambina partecipò ai culti e alla scuola domenicale; nel dopoguerra visse con la famiglia a Roma, dove il padre era stato incaricato di guidare la Chiesa metodista di via XX Settembre. Frequentò le scuole superiori e il mondo evangelico della capitale. Negli anni Cinquanta, durante l’estate, partecipò all’edificazione collettiva del Centro metodista di Ecumene, vicino a Velletri, che il padre Mario aveva ideato come luogo di incontro per i giovani e come sede di campi estivi. Fu un periodo molto importante in cui elaborò un’identità ecclesiale forte che rimarrà una sua caratteristica, mai scissa da una grande apertura verso l’altro e dalla costante ricerca di un confronto vero nel massimo rispetto. Al cantiere di Ecumene la quindicenne Maria Grazia conobbe il giovane parmigiano Armando Palazzino, che sposerà dopo otto anni. Nel 1962 lo seguì a Parma, dove diventò membro della Chiesa evangelica metodista di Borgo Riccio. Sono anni di difficile ambientazione, ma col tempo Parma diventerà la sua città. Crebbe ed educò due figli, Mario e Andrea, in chiesa si dedicò alla scuola domenicale e al gruppo femminile che si occupò di riflessione e azione, di cui diventerà la referente. Strinse legami con le donne della sua comunità e allargò il suo impegno nell’associazionismo femminile a livello nazionale: aderì alla Federazione femminile evangelica valdese e metodista, di cui sarà anche presidente, e alla Federazione donne evangeliche in Italia. Negli anni ’90 fu impegnata anche nell’Opera chiese metodiste in Italia (OPCEMI). Nell’adempiere a questi compiti visita molte comunità in Italia, in Europa e in Asia. S’impegnò anche nel cammino di riavvicinamento tra le Chiese cristiane: fu membro del Segretariato attività ecumeniche e, a livello locale, partecipò al dialogo con membri della Comunità ebraica parmense, collaborò con fratelli e sorelle di altre denominazioni e nel 2004 fu tra i fondatori del Consiglio delle Chiese cristiane di Parma, per cui ricoprì il ruolo di presidente nel 2007. Incaricata dalla sua Chiesa, operò anche nel Forum interreligioso “4 ottobre” di Parma. Fonte: notizie fornite da Laura Caffagnini. Scaccarabozzi Luigia
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