Dalcò_Dizionario parmigiane
Uccisa da militi fascisti che presero possesso dell’abitazione della famiglia Scauri. Uno dei militi sparò e la uccise a sangue freddo. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 182. Scaramella Bice Parma 18 marzo 1908 - post 1938 Figlia di Gino e Paola Levi, sorella minore di Pierina. Di professione chimica, residente a Firenze, nel 1938 fu colpita dalle leggi razziali che privarono i cittadini italiani di origine ebraica dei diritti politici e civili. Sitografia: Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento www.scienzaa2voci.unibo.it/ Scaramella Pierina Parma 18 febbraio 1906 - Urbania 5 novembre 1992 Docente universitaria. Figlia di Gino e Paolina Levi. Si laureò in Scienze naturali all’Università di Firenze nel 1927. Dall’anno successivo insegnò all’Istituto agrario di Pescia (Pistoia), dove conobbe il marito. In quegli anni le sue ricerche s’incentrarono sullo studio di muffe del genere Penicillium di cui osservò, assai presto, la capacità antibatterica. Nel 1930 diventò aiuto presso l’Istituto botanico dell’Università di Bologna; nel 1932 docente di Botanica generale. Nel 1938, a seguito delle leggi razziali italiane venne cacciata dall’Università: durante questo periodo si occupò di attività di analisi in numerosi zuccherifici, continuando così la propria ricerca. Poiché era proibito agli ebrei pubblicare, i suoi risultati di laboratorio, in particolare quelli ottenuti nel laboratorio della Società italiana zuccheri, uscirono a nome del marito e a nome di laureati dello zuccherificio, con la promessa, onorata, di nominare la fonte come “Memorie interne dello zuccherificio”. Nel novembre del 1943 più volte le SS, unitamente a membri della Polizia fascista, la cercano nella sua abitazione in viale Oriani, per deportarla in campo di concentramento. Il marito era molto malato e, per le sue cure, ricorse a medici di Cesena, Pesaro e Imola mentre, nei primi giorni del dicembre 1943, venne dichiarato gravissimo: solo il contatto con il professor Jedlowski permise un ricovero all’Ospedale di Bologna. Dopo il reintegro all’Università, il 5 agosto 1945, insegnò nella Facoltà di Agraria, di Scienze matematiche fisiche naturali e di Veterinaria dell’Università di Bologna. Nel 1956 conseguì anche la libera docenza in Fisiologia vegetale. Nel 1965 fu professore incaricato di botanica farmaceutica a Urbino: fu solo nel 1975, all’età di 69 anni, che divenne Professore ordinario di botanica farmaceutica alla Facoltà di Farmacia di quell’ateneo. Diventò Direttore dell’Istituto orto botanico dell’Università di Urbino e, sempre nel 1975, realizzò corsi estivi di erboristeria. Costruì un nuovo edificio per laboratori provvisti di moderne attrezzature e realizzò le celle climatiche per la coltura in vitro, con cui riuscì a completare alcuni lavori già iniziati a Bologna. Fra i più importanti un ciclo di studi sull’olivo. Si interessò anche della coltivazione e della produzione della patata in funzione del bioclima nella provincia di Pesaro-Urbino che le permetterà di sperimentare una coltura estivo-autunnale contraria a quella usuale (primavera-estate). Degne di attenzione anche le sue osservazioni sulla barbabietola, di cui era diventata molto esperta; si occupò infine della vernalizzazione nei cereali. Sviluppò un lavoro sui rapporti tra tumori animali e vegetali. Autrice di oltre duecento pubblicazioni, per queste indagini ottenne numerosi riconoscimenti dalle associazioni agrarie. Dopo la pensione, proseguì la sua attività presso l’orto botanico e un centro di ricerche sulla flora spontanea dell’Università di Urbino. Nel 1986 la Facoltà di Farmacia dell’Università di Urbino le assegnò la Laurea “honoris causa” in farmacia. Sitografia: Panunzi K., Focaccia M., in Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento www.scienzaa2voci.unibo.it/ Scarica Angela 1872 - Parma 2 maggio 1944
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