Dalcò_Dizionario parmigiane

Gazzuolo (MN) 9 marzo 1939 - post 1989 Battezzata Anna da sua madre e, da allora, così chiamata. Nacque seconda femmina in una famiglia a forte connotazione socialista - lo zio materno sarà più volte sindaco del paese natio e assessore regionale - e non particolarmente agiata. Negli anni della guerra la famiglia si trasferì a Parma, nel quartiere San Leonardo, alla ricerca di condizioni di vita migliore. Mentre la madre lavorava per mantenere la famiglia, essendo il padre invalido e ammalato, le sorelle frequentano la scuola superiore: Anna frequentò l’istituto Giordani, studiò dattilografia e stenografia, e nel tempo libero si dedicò alla pallavolo femminile con le amiche della parrocchia; sotto la direzione di Del Chicca la squadra affrontò diversi tornei nel Nord Italia, con buoni risultati. Arrivò anche per Anna il tempo di trovare un lavoro, che lascerà dopo il matrimonio con Carlo Nicoli nel 1959: dall’unione nacquero due figli. Dopo avere dedicato tanti anni alla cura della famiglia e della casa, da lei molto amata e seguita, venne coinvolta dal parroco di Santa Croce (quartiere in cui si era successivamente trasferita) Don Franco Guiduzzi in numerose attività di volontariato. In particolare si rese disponibile a seguire il progetto di Casa Santa Maria, una struttura che la parrocchia risistemò per ospitare famiglie povere e a volte poverissime: insieme alle amiche della San Vincenzo parrocchiale, Anna visitò gli ammalati, distribuì vestiti, fece compagnia e aiutò tante persone disagiate. Senza trascurare la madre (che viveva con lei), il marito e figli ormai cresciuti, Anna dedicò tempo ed energie per cercare di vivere con coerenza quel vangelo appreso da sempre in famiglia. Il 28 luglio 1989, giovane nonna felice, mentre nella sua casa di campagna si apprestava a riassettare e a godersi il nipotino, ospite da pochi giorni, una banda di rapinatori la sottrae alla sua casa, alla sua famiglia e le rubò la sua stessa vita. Nonostante le trattative e la lunga attesa della famiglia, non tornerà più a casa; neppure il suo corpo è mai stato trovato. Presso la tomba della famiglia Nicoli, al cimitero di Parma, il marito Carlo ha voluto dedicarle una scultura. La città ha voluto ricordarla intitolandole una via (largo Mirella Silocchi) nella zona dell’ospedale. Fonte: notizie fornite dalla famiglia. Silva Ave Lesignano Bagni 29 ottobre 1927 - 29 novembre 1997 Ultima dei sei figli di Plinio e Ida Aschieri. Dopo la scuola elementare, andò a imparare il mestiere di sarta da Blandina detta “Blenden la sarta”. Per alcuni mesi, per meglio imparare il mestiere, andò a fare la sarta in città ospite di un’amica. Quindi per alcuni anni lavorò in proprio presso il Molinazzo. A ventun’anni conobbe Giuseppe Fattori e si sposarono nel giugno del 1951. Furono anni di semi-nomadismo, in giro per il Nord Italia, su una corriera attrezzata come un moderno camper, ad allestire spettacoli di burattini. In quegli anni la troupe era composta da Guerrino Fattori, dal burattinaio Giuseppe, dalla sorella più piccola Edda e da Ave. Si fermavano una o due settimane in paesi per rappresentare il loro repertorio di spettacoli e poi ripartivano per una nuova località. Il suo ruolo nella compagnia era marginale, il lavoro che preferiva era stare alla cassa a vendere i biglietti. Così la famiglia Fattori, dal 1956, cominciò a risiedere a Lesignano. Il nuovo lavoro, dal 1957 al 1972, sarà quello di allevatori di polli. La casa viene ristrutturata e annessi vengono costruiti capannoni per i polli. Nel 1972 la crisi del mercato impose ad Ave e Giuseppe di reinventarsi baristi prima al Lido Molinazzo, poi in Piazza IV novembre al “Bar Sport”: sono anni d’intensa attività e, spesso la domenica, ricorrevano all’aiuto di tutti i parenti per fare la torta fritta, vendere gelati e servire ai tavolini. Per prepararsi alla vecchiaia cercarono un’attività più tranquilla e, nel 1975, e si presentò l’occasione di un negozio di frutta e verdura. Bibl.: Dall’Olio E., Gente della Val Parma , Grafiche Step, 2010, pp. 138-139. Silvi Gemma Parma 15 marzo 1922 - 5 ottobre 2003 Crebbe in una famiglia di sentimenti antifascisti, nell’Oltretorrente. Il padre falegname collaborò con il movimento resistenziale mentre gli zii materni scontarono pene al confino nel corso degli anni Trenta. Operaia in un calzaturificio del quartiere, nell’ottobre del 1941 venne arrestata in

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