Dalcò_Dizionario parmigiane

ai figli e al marito Michele Ferreri. Si erano conosciuti a Torino, quando lei lavorava in un educandato femminile come maestra e lui era un prete cattolico in crisi di fede e di vocazione. Nel 1878 Michele lasciò la chiesa cattolica e si trasferì a Milano, sposò Argia e insieme passarono anni difficili, di crisi spirituale, di ristrettezze economiche, di drammi familiari per la morte dei figli piccoli. Il marito si avvicinò alle chiese evangeliche, prima alla metodista, infine alla valdese, che lo impiegò come evangelista: è incaricato a Orbetello di rivitalizzare e riorganizzare la piccola e quasi dispersa comunità valdese, ma è malato e non può andare di casa in casa, tra la gente. Lo farà Argia e sarà il suo sguardo a raccontare il paese, la miseria, le epidemie, i drammi, le piccole storie, nelle periodiche lettere ai presidenti del Comitato di Evangelizzazione della chiesa valdese e ai sovrintendenti dei distretti, le suddivisioni territoriali della chiesa. La sua sarà una evangelizzazione al femminile, per le destinatarie del messaggio, per le modalità di comunicazione, per i limiti che la cultura del tempo imponeva alle donne. Il suo ruolo ufficiale all'inizio è quello della moglie del pastore, che nella chiesa Valdese condivide la missione del compagno, entra a tempo pieno a servizio della chiesa, segue l’educazione morale delle fanciulle, organizza la scuola domenicale, presiede l’Unione femminile, apre la casa a chiunque bussi, possibilmente suona l’armonium ai culti. Argia farà tutto questo, ma le condizioni di salute del marito posero le sue azioni e le sue scelte su un piano di maggiore consapevolezza e responsabilità. Lavorò con i bambini, raccolse intorno a sé le ragazze con la scuola di ricamo (era una eccellente ricamatrice) e offrì loro occasione di imparare a leggere e scrivere, e insegnò loro a pregare. La preghiera fu il suo modo di comunicare ed evangelizzare. Protesa a dare valore alla fede nell'esperienza quotidiana, vide nella preghiera, individuale o di gruppo, un modo fondamentale per le donne di esprimere identità e libertà. L a sua abitazione era frequentata con fiducia, lì si andava a veglia, si lavorava, si giocava e si parlava anche di religione. Michele morì nel 1905. Il comitato di Evangelizzazione le consentì di rimanere a Orbetello, sarà responsabile dei culti, ma non amministrerà la santa cena e non terrà sermoni. Avvertì il peso della nuova responsabilità: una donna sola, non più giovane, in un ambiente difficile, stretta tra miseria, anticlericalismo e ostilità dei preti. Preoccupata dalle necessità di studio e di lavoro dei figli: Carlo, il maggiore, è metodista, si è sposato, diventerà il primo vescovo italiano della chiesa metodista episcopale in Italia, anche Giovanni sarà pastore, mentre le figlie Eva e Lina studiano. L’inasprirsi dello scontro con la chiesa cattolica, la politicizzazione dell’anticlericalismo, resero sempre più difficile l’opera a Orbetello e Argia, come Michele, non dimostrò mai simpatie per socialisti e repubblicani, molto forti nella zona. La sua salute non era buona, problemi alla vista non le consentono di occuparsi della scuola di ricamo, non cammina bene, lei che andava a piedi a cercare i casellanti lungo la ferrovia. Nel 1911 si dimise per andare a vivere a Vicobelligiano di Casalmaggiore dal figlio Giovanni. Bibl.: Rustici G., Argia Simoni Ferreri e la chiesa valdese di Orbetello (1880-1911) , in Istituto Storico Diocesano Siena, Annuario 2002-2003, Siena, pp. 310-343. Simonini Artemia Castrignano di Langhirano (PR) 26 febbraio 1909 - Calestano 22 luglio 2011 Ostessa. Nel febbraio del 1933 sposò Paolo Marazzi: si trasferì a Tre Rii, dove insieme al marito, gestì l’osteria. Dopo la guerra il marito fece il carabiniere a Calestano e chiamò tutta la famiglia: i tre figli e Artemia che cominciò a gestire un negozio di alimentari e casalinghi. Mandò avanti l’attività dopo la morte del marito, avvenuta nel 1957: sempre presente in negozio, lo lascerà solo nel 1980 alla figlia Lella. Bibl.: Marazzi M., Una storia semplice , Per la Val Baganza, 2012, pp. 139-142. Simonini Maria Castelvetro (MO) 26 agosto 1907 - Costamezzana di Noceto 4 settembre 2000 Imprenditrice. Nel 1952 aprì l’Osteria di San Lazzaro di Noceto. L’anno successivo si trasferì a Costamezzana dove aprì un negozio alimentari: si trattava di un vero e proprio moderno supermercato, in grande anticipo sui tempi. Il 22 febbraio 1997 venne premiata dalla Camera di

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