Dalcò_Dizionario parmigiane
Verdona Antonietta Parma 1860/1869 Maestra. Fu Direttrice, nel 1860 della Scuola Tecnica Femminile per le fanciulle povere della città. Quindi aprì una propria scuola femminile, rivolta al ceto medio-alto, con un programma d’insegnamento che comprende le discipline storiche, geografiche e scientifiche e l’aggiunta facoltativa di lezioni di ballo, pianoforte e pittura. La scuola poteva essere frequentata da alunne di età compresa fra i sei e i quattordici anni. L’istituto s’impose rapidamente come una delle migliori scuole femminili della città: era posto dapprima di fronte al Teatro Regio poi, dal 1863, verrà trasferito in Casa Bergonzini in Contrada al Duomo. Nel 1869 la scuola risulta in via del Carmine 11. Bibl.: Previtera G., Tra realtà e rappresentazione del reale. Le donne a Parma dopo l’Unità nella stampa coeva (1860-1870) , Tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, a.a. 2001-2002, pp. 222- 224. Vergana Carolina Parma 1866 Benefattrice. Fece parte di un Comitato di “generose Signore” di Parma, costituitosi “nell’eventualità di una guerra. In un annuncio pubblicato dalla Gazzetta di Parma il 12 maggio 1866, le componenti del Comitato fanno presente alla cittadinanza che “raccolgono materiale e denaro nelle loro case”. Bibl.: Previtera G., Tra realtà e rappresentazione del reale. Le donne a Parma dopo l’Unità nella stampa coeva (1860-1870) , Tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, a.a. 2001-2002, p 331. Vernice Emma Parma 1939 Benefattrice. Fece un legato di 2.000 lire in buoni del tesoro per onorare la memoria del figlio Federico Bresadola, con testamento olografo agli atti del notaio Saccani. Fonte: Albo dei benefattori , Ospedali Riuniti di Parma, 1952, p 15. Verti Marilisa Borgotaro 8 giugno 1955 - 10 aprile 2011 Giornalista. Dopo aver frequentato l’istituto magistrale a Pontremoli, s’iscrisse all’Università di Parma e si laureò in Pedagogia nel 1977 con una tesi dal titolo Il condizionamento al ruolo femminile nella scuola elementare . In quell’anno si trasferì a Milano, con il desiderio di diventare giornalista: iniziò la gavetta dal basso, entrando negli uffici di un giornale, ma di sera per fare le pulizie. L’anno successivo venne assunta come giornalista pubblicista e lavorò per le prime testate italiane di informatica, quali Informatica Oggi e Computer World Italia . Continua con perseveranza la scalata nel mondo del giornalismo, diventando professionista nel 1986. Venne assunta come Redattore all’Europeo. Spirito libero, insofferente ai condizionamenti di una redazione, dopo qualche anno si licenziò per proseguire l’attività come freelance, collaborando con numerose testate e specializzandosi in medicina non convenzionale, cure naturali e bellezza. Consapevole dello sfruttamento e della precarietà dei giornalisti freelance iniziò le sue battaglie nel sindacato dei giornalisti. Fu una delle fondatrici della sigla sindacale dei freelance “Senza Bavaglio” inventandosi il nome e il travestimento dei “Fantasmi” (giornalisti che manifestano vestiti come fantasmi, con un lenzuolo bianco indosso, invisibili, ma presenti). Diventò componente del collegio dei Probiviri della Federazione Nazionale della Stampa in Lombardia (FNSI) e Delegata Nazionale. Importante il suo appassionato intervento in difesa della categoria dei freelance tenutosi al XXV° Congresso Nazionale della Stampa Italiana a Bari-Castellaneta Marina, nel novembre 2007, dopo gli interventi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Consiglio Romano Prodi. Contemporaneamente alla professione s’impegnò nella società civile. Nei primi anni Ottanta fondò a Milano, insieme a 100 soci (tra cui Nando Dalla Chiesa, Giorgio Bocca, i futuri giudici di Mani
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