Dalcò_Dizionario parmigiane

breve storia della sua vita e della sua fondazione (Venezia 1891), in cui si propose di offrire alle consorelle un modello di vita perfetta. La fama di santità aumentò dopo la sua morte: negli anni 1938-1945 si tenne, presso la Curia diocesana di Parma: il 23 maggio 1975 la Sacra Congregazione per le Cause dei Santi emanò il decreto per l’introduzione della causa di beatificazione. Il 21 dicembre 1991 Giovanni Paolo II le ha riconosciuto il titolo di venerabile. Bibl.: Calliari P., ad vocem in Dizionario degli istituti di perfezione , X, Milano, Edizioni Paoline, 2003, pp. 676-677; Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, IV, pp. 855-856; Marcheselli T., Strade di Parma , Benedettina, II, 1989, p 127; Gambara L., Pellegri M., De Grazia M., Palazzi e casate di Parma , La Nazionale, 1971, p 557. Zilioli Clotilde Trecasali 1865 Maestra elementare. Fu segnalata per il Premio di 100 lire accordato dal Ministro della Pubblica Istruzione: l’ispettore incaricato la scelse perché “delle Scuole femminili rurali visitate, nessuna ebbe a soddisfarlo quanto quella condotta da questa povera maestra”. Bibl.: Previtera G., Tra realtà e rappresentazione del reale. Le donne a Parma dopo l’Unità nella stampa coeva (1860-1870) , Tesi di laurea, Università degli Studi di Parma, aa. 2001-2002, p 423. Zilioli Giuseppina Collecchio 1902 - Gelataia. Cominciò, insieme al marito Giacomo Ceci, a produrre gelato negli anni Venti del Novecento. Conosciuta in tutta Collecchio come Peppina, gestiva il locale “Bar delle Scalette” dove vendeva un prodotto molto rinomato. Molti parmigiani giungevano dalla città per gustare il famoso gelato. Poi cominciò a produrre gelati che venivano serviti nel ristorante di via Vittorio Emanuele, gestito dai cognati Eugenio Ceci e Lidia Bompani. Bibl.: Violi A., Collecchio , in Dall’Acqua M., Sartorio L, Uccelli G., (a cura di), Fredde dolcezze: sorbetti, gelati e gelatieri parmigiani , Gazzetta di Parma, 2005, pp.119-120. Zilioli Lidia Parma 22 ottobre 1931 - 20 dicembre 2006 Figlia di operai, nacque nel quartiere San Leonardo. Dopo la quinta elementare, cominciò l’apprendistato come sarta: poi a quattrordici anni l’ingresso nell’azienda Borsari, la storica casa della violetta di Parma. Nel 1952 sposò Bruno Tagliavini e, insieme, aprirono un negozio di frutta e verdura. Poi l’incontro con Luigi Casalini che le propose di leggere poesie in dialetto a Radio Parma nella trasmissione Pärma Voladóra e che voleva farne un’attrice. La morte dell’impresario le stroncò la carriera. Continuò invece quella alla radio: Lidia non smise più di andare in onda con trasmissioni fatte di rime, ricordi, canzonette e buoni sentimenti, sempre in dialetto. Quindi cominciò il sodalizio radiofonico con Felice da Parma nel programma “Do ridudi a’ la pramzana”: la coppia si era formata però prima, alla nascista del Cor pramzàn, gruppo benefico che portò allegria e risate nella case di riposo per gli anziani. Poi nacquero le scenette: famosa La fréva d’la domenica , e Capitol (poi aggiornata in Beautiful ): leggendario il duetto pubblicitario del Conad Calatafimi, andato in onda per diciotto anni. Bibl.: Montan M., La città a parole. Ritratti parmigiani , Guanda, 1997, pp. 141-145. Ziliotti Erminia 1871 - Parma 25 aprile 1944 Vittima di una strage di civili avvenuta a causa di un bombardamento degli alleati che colpì la città il 25 aprile 1944. Insieme a lei morì la sorella Merope. Molti degli edifici della città vennero gravemente danneggiati: la chiesa della Steccata, il Collegio Femminile di San Carlo, il Seminario Maggiore, Piazza Garibaldi. Persero la vita 133 persone.

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