Dalcò_Dizionario parmigiane
Nazzari, Checchi, Cervi. Entrò nella celebre compagnia teatrale Pagnani-Cervi. Lavorò con registi come Mastrocinque in Voglio vivere con Letizia (1938), Mario Camerini in Batticuore e I grandi magazzini (1939), Carmine Gallone in Melodie eterne (1940) e Giuseppe Amato e Vittorio De Sica in Rose scarlatte , Luigi Comencini in La bella di Roma (1955). Nel 1955 abbandonò il cinema per dedicarsi alla famiglia e ai figli. Bibl.: Marcheselli T., Parma di una volta , Grafiche Step, 2006, p 17. Beghini Maria Parma 1773 Contralto. Nell’estate del 1773 cantò nei cori della pastorale Uranio ed Erasitea eseguita per le “allegrezze per la nascita del Reale Primogenito Ludovico di Borbone”. Sitografia: Vetro G. N., Dizionario della musica e dei musicisti dei territori del Ducato di Parma e Piacenza www.lacasadellamusica.it/vetro Belforte Bellina Parma 1307 Benefattrice. Donò, con atto del 5 ottobre 1307, all’Ospedale Rodolfo Tanzi una casa nella vicinia di Santo Spirito in borgo Valizelate e di un appezzamento di terra di tre biolche a San Secondo e un altro appezzamento in località Pragnano. Bibl.: Basile P., L’ospedale tra testamenti e donazioni (1201-1376), in Greci R. (a cura di), L’ospedale Rodolfo Tanzi di Parma in età medievale, Clueb, 2004, p 194. Bellerio Giuditta in Sidoli Milano 1804 - Torino 28 marzo 1871 Patriota. Figlia di Andrea Bellerio, magistrato nel regno Italico e barone dell’impero. Nel 1820 sposò, a soli sedici anni, a Reggio Emilia Giovanni Sidoli: era iscritto, con il nome Decade , in una delle tante società segrete di carbonari. L’anno successivo è ricercato, e così si recò a San Gallo in Svizzera. Poco dopo aver avuto una figlia, Giuditta lo seguì. Rimasta vedova nel 1828, partecipò ai moti modenesi e fu obbligata a lasciare il ducato di Modena per la Svizzera. Strinse amicizia con il principe Emilio Barbiano di Belgioioso a Lugano e dopo essersi spostata a Ginevra, prese contatti con i rivoluzionari emiliani rifugiati a Marsiglia. Nel 1832 si stabilì in rue de Féréol a Marsiglia: nella sua casa trovarono asilo molti connazionali, come lei cacciati dalla patria, perseguitati dalla polizia d’Europa. Qui conobbe Giuseppe Mazzini: i due s’innamorarono e fondarono la Giovine Italia e Giuditta ne fu la responsabile e contabile. Nel giugno 1833 abbandonò Marsiglia e, insieme a Mazzini, si recò a Ginevra. Altra tappa Firenze, dove diventò amica del console inglese: controllata dalla polizia riuscì a fuggire, ma fu rintracciata alla dogana di Lucca. Espulsa, venne imbarcata per Napoli. Poi si recò a Bologna e a Modena per riabbracciare i figli: venne scovata e riportata alla frontiera. Nel 1836, a Genova, conobbe Maria Drago, la madre di Mazzini: le due partono per Parma e Maria Luigia concesse loro di vivere nel Ducato. Soggiornò a Parma fino al 1852 in una villa a lato della vecchia strada Zanchieri (poi via Sidoli). Francesco IV le accordò il permesso di entrare nel Ducato di Modena per vedere i figli, ma solo per due volte l’anno. A Parma, però, divenne duca Carlo III che inaugurò una caccia spietata contro i rivoluzionari. Così venne rinchiusa nel carcere di San Francesco per tutto il 1852. Dopo la prigionia venne tradotta in Svizzera, poi si trasferì a Torino: qui tenne un famoso salotto, frequentato da intellettuali e artisti. Nel 1868 si ammalò di tifo e non si riprese mai del tutto. Bibl.: Marcheselli F. e T., Dizionario dei Parmigiani , Benedettina, 1997, p 289. Sitografia: www.url.it/donnestoria/testi/trame/ Belletti Matilde 1914 - Parma 8 novembre 1944
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