Dalcò_Dizionario parmigiane
Sitografia: www.senesonoandati-parma.blogautore.repubblica.it/ Acquistapace Maria in Vèner Campodolcino (SO) 1890 - Parma 1983 Imprenditrice. Si trasferì insieme al marito, Francesco Vèner, sposato nel 1910, a Ozzano per impiantare una piccola distilleria. Dal matrimonio nacquero Battista, Francesco e Rosa. Nel 1913 il trasferimento a Parma in una cascina di via Volturno: per la fiorente attività, nel 1924, la distilleria ricevette la Medaglia d’oro dall’Ufficio Igiene di Roma. Maria diverrà famosa come la “ grapéra di casoner ”, gli operai che andavano a fare la ghiaia in Taro, dei facchini e delle lavandaie che lavoravano al canale di viale Vittoria. Toccherà a lei, insieme alla figlia Rosa, la gestione dell’azienda durante il periodo bellico: infatti i due figli maschi furono chiamati al fronte. Nel dopoguerra la distilleria diverrà un’azienda a livello nazionale. Bibl.: Giordani S., Grappa e spirito della famiglia Vèner , La Césa di sant e dintorni, Natale 1997, pp. 42-44. Adam Caracosa - Parma post 1256 Badessa. Figlia di Guido e sorella di Salimbene. Rimasta vedova, entrò nel Monastero di Santa Chiara in Parma. Dopo alcuni anni, con altre consorelle parmigiane, si trasferì a Reggio Emilia e fondò il Monastero di Santa Chiara di cui divenne badessa. Più tardi rientrò a Parma, dove morì. E’ descritta dal fratello nella sua Cronica come donna onesta e sapiente. Bibl.: Affò I., Memorie degli scrittori e letterati parmigiani , Stamperia Reale, I, 1789, pp. 172-173; Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, I, p 15. Adorni Alda Parma 1921 - Calzolaia. Raggiunse eccellenti risultati, a livello nazionale, nella fabbricazione di borse e scarpe. Chiuse il laboratorio nel 1968 per ragioni di salute. Bibl.: Dall’Acqua (a cura di), Le fatiche delle donne. Il lavoro femminile nella pittura italiana dal settecento al novecento , catalogo della mostra, Collecchio 10 ottobre-22 novembre 2009, Studio Guidotti, 2009, p. 18. Adorni Anna Maria Carolina Fivizzano 19 giugno 1805 - Parma 7 febbraio 1893 Figlia di Matteo e Antonia Zanetti, venne chiamata Anna, Maria, Carolina, Emilia. Sono poche le notizie relative all’infanzia e al periodo trascorso a Fivizzano: probabilmente Carolina (così venne chiamata fin da piccola) imparò a leggere e scrivere da una maestra privata e già dimostrò la sua inclinazione per la cura e il sostegno del prossimo. Dopo la morte di Matteo Adorni, nel 1820, le due donne si trasferirono a Parma dove vennero accolte dalla famiglia Ortalli: alla madre vennero assegnate le faccende domestiche, alla giovane Carolina l’educazione delle figlie. Questo le permise di perfezionare gli studi e di dedicarsi alla preghiera e alla meditazione: fin da giovane la sua aspirazione fu quella di farsi monaca ma, convinta dalla madre, abbandonò quella strada per il matrimonio. Così il 19 ottobre 1826 sposò Antonio Domenico Botti, impiegato presso la Corte ducale: nei diciotto anni di vita coniugale nacquero sei figli (uno morì a un mese dalla nascita). Nel 1844 rimase vedova e le venne assegnata, dalla Duchessa Maria Luigia, una pensione di 433 lire e 35 centesimi l’anno. La morte del marito fu uno spartiacque nella sua vita. Da quel momento si dedicò anima e corpo agli altri ma, in particolare, alle donne recluse nelle carceri cittadine: divenne sostegno e conforto per donne segnate da una vita difficile e, grazie ai contatti con l’aristocrazia cittadina, creò nel 1847, la Società di pie Signore per l’assistenza spirituale delle detenute , approvata con decreto di Maria Luigia d’Austria del 27 luglio di quell’anno. Ad accompagnarla in quest’opera Teresa Botteri Lusardi che diventò presidente della Società. L’attività nelle carceri non
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