Dalcò_Dizionario parmigiane

fu più sufficiente: il cruccio maggiore riguardava l’assistenza delle donne al momento dell’uscita garantendo loro la prospettiva di una vita diversa e migliore. Per questo, nel 1848, affittò una casa in borgo San Quintino 8 dove vennero accolte ex detenute e la giovane maestra d’asilo Pietrina Bergamaschi (poi sempre al suo fianco): si trattò del primo nucleo dell’Opera del Buon Pastore. Dopo molte richieste e difficoltà il 7 giugno 1853, su intercessione del Vicario capitolare della Diocesi Giacomo Lombardini, uscì il decreto del Duca Carlo III di Borbone, per l’istituzione di “una casa di ricovero e di educazione per le femmine ravvedute” in Borgo della Canadella. Si trasferì, quindi, nella casa con la figlia Celestina e con alcune donne che formarono la prima comunità: Pietrina Bergamaschi, Giuseppina Bianchi, Gaetana Pettinati, Maria Monteverdi, Elisabetta Rossi e Luigia Barozzi. Agli inizi del 1856 ottenne l’autorizzazione a occupare l’ex convento di San Cristoforo e si occupò della sua ristrutturazione. La fondazione dell’Istituto del Buon Pastore in Parma fu autorizzata con Decreto del 9 gennaio 1857 da Luisa Maria di Borbone, Reggente per il Duca Roberto gli Stati Parmensi. Nel 1864 fu eretto presso il carcere di Sant’Elisabetta un ospizio per prostitute ammalate di sifilide: continuò, insieme alle sue Ancelle, le visite a queste malate come aveva già fatto nel reparto esistente in precedenza nelle carceri. Nel 1867 scoppiò di nuovo il colera a Parma e fu costretta a lasciare l’edificio di San Cristoforo, destinato a lazzaretto: sarà Mattia Ortalli a risolvere l’emergenza con l’offerta di una villa a San Lazzaro. Il 15 dicembre 1869 rientrò in San Cristoforo, ridotto ancora una volta in condizioni disastrose. Laboriosa e contrastata è l’approvazione della Costituzione e della Regola dell’Istituto: è il 25 marzo del 1867 quando il vescovo Domenico Maria Villa decretò l’erezione della casa a “Pia Casa delle Povere della Beata Vergine Maria Immacolata” ma l’approvazione delle Costituzioni avvenne il 28 gennaio del 1883 per opera del vescovo Andrea Miotti. Morì il 7 febbraio 1893: grazie a una lettera scritta da tre sorelle alunne della Congregazione al padre, è noto che cosa successe nei giorni seguenti: un vero e proprio pellegrinaggio per vedere e toccare il corpo. In base alla fama di santità, furono fatti dal vescovo Evasio Colli i processi ordinari nel 1940. La causa venne introdotta l’11 gennaio 1952. La Chiesa la proclamò Venerabile il 6 febbraio 1978 e Beata il 3 ottobre 2010 con solenne celebrazione nella Cattedrale di Parma, presieduta da S.E. Arcivescovo Angelo Amato inviato da Papa Benedetto XVI. Le sue spoglie mortali furono traslate dall’Istituto del Buon Pastore di via Sidoli, dove tuttora è conservata un’importante sua reliquia e l’originale monumento funerario, alla Cappella aperta al pubblico della Casa Madre della Congregazione Ancelle dell’Immacolata di Parma, via D. M. Villa. Detti Enti, sue creature, attuano il carisma della loro Fondatrice. Il Comune di Parma le intitolò una strada. Il Comune di Fivizzano eresse una statua in luogo pubblico. Numerose le pubblicazioni e i Convegni per ricordarne la pedagogia e il carisma vivo e vitale con Opere che hanno superato i confini parmensi e italiani. Bibl.: Lasagni R., Dizionario biografico dei Parmigiani , PPS Editrice, 1999, I, pp. 23-25; Luca A., Anna Maria Adorni, Madre degli ultimi , Edizioni Paoline, 2010; Pagliari M., L’Istituto del Buon Pastore di Parma , Pubbliprint Grafica Traversetolo (PR), 2010. Adorni Caterina Borgo Taro 1872 - 5 giugno 1944 Vittima di una strage di civili avvenuta a causa di un bombardamento degli alleati che colpì il paese. Persero la vita 15 persone. Quella mattina, nel paese, si teneva il mercato e molte persone si erano radunate nella piazza, anche provenienti dalle frazioni vicine. Bibl.: Barbieri V., La popolazione civile di Parma nella guerra 40-45 , Associazione nazionale vittime civili di guerra, Parma 1975, p 187. Adorni Gisella Parma 11 marzo 1878 - Bologna 16 gennaio 1967 Mezzosoprano. Fu grande corista e comprimaria: era soprannominata Penigh . Proveniente da una famiglia di coristi (il nonno, il padre, i fratelli Augusto e Roberto, la sorella Gemma), debuttò a

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