FRANCONI - IL NUOVO CUOCO TICINESE - 1846 copia

8 se che un membro dell'Istituto di Francia (Delalnnde) nulla trovava di più eccellente di un ragoût di ragni ? . . . . Mi perdoneran– no perciò gli amici del bon ton, se io ita– liano e di corpo e di animo, non prenderò in prestito i lambricati intingoli dalla cu– cina di Parigi, che più soddisfano alla mo– da , che non al palato. Pfè mi proporrò al certo a modello i gusti inglesi, che oggidì dettan legge nei calle e nei casini. Quan– do si tratterà di dare un giudizio sopra cose di gusto, sulle delicatezze del palato, non andate mai in Inghilterra. — Si rac– conta che nel 1 6 8 5 la vedova del duca di Monmouth inviò una libbra di thè ad un suo parente in Iscozia. Il thè era allora afFatto sconosciuto. Dopo aver esaminato il dono, Io si consegnò al cuciniere, il qua– le riconoscendo ch'era una foglia secca, nulla trovò di meglio che farla cuocere e servirla alla tavola de' suoi padroni, come un piatto di spinacci. Malgrado l'aecerbità, l'amarezza e la stiticità atroce di questa vi– vanda di nuovo genere, i convitati la tro-

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