FRIGERIO M - Manuale del liquorista - 1898 copia

12 Manuale del liquorista grappe, acquaviti, le quali risultano appunto da un miscuglio più o meno ben fatto di acqua e di alcool distillato da vini, vinaccie, fecole o da altri amidi congeneri saccarificati. Veramente la parola liquore dà l’ idea di qualcosa che, oltre contenere alcool, una so­ stanza di grande importanza nell’ economia animale come alimento di combustione, tenga in soluzione una serie di sostanze le quali rendono piacevole sensazione al palato ed ec­ citano le funzioni dell’ apparato digestivo e del sistema nervoso. Perciò un miscuglio di acqua e di alcool, più che un liquore propriamente detto, si deve considerare come il punto di partenza di ogni liquore, e si arriva solo ad un liquido che ri­ sponde al concetto comunemente incluso in questa parola quando vi si aggiungano artifi­ cialmente molte altre sostanze quali zucchero, essenze, aromi, materie coloranti. Lo zucchero comunemente fa parte di tutti i liquori, anzi a questa sostanza si deve prin­ cipalmente il gusto piacevole e la potabilità di un liquore. Si deve allo zucchero se molti liquori si smer­ ciano in grande quantità, con immenso van­ taggio per l’ industria, la quale, dal consumo famigliare dei suoi prodotti, ne trae i mezzi e i guadagni pter impiantare grandi stabilimenti. Se si escludono le acquaviti, i rhum, i cognac, ecc., i quali, come abbiamo detto, costituiscono un tipo speciale di liquore, lo zucchero entra in grande proporzione in tutti, così da accre­ scerne sensibilmente la densità. E tanto sono importanti i glucosi nella fabbricazione dei liquori, che sul per cento che rappresentano

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