FRIGERIO M - Manuale del liquorista - 1898 copia

32 Manuale del liquorista peculiarità aromatiche e degustatile, ma anche quelle di comportarsi diversamente quando siano introdotte nell’ organismo. Sotto questo riguardo però, tutti i principi citati non si com­ portano allo stesso modo, perchè alcuni hanno la sola facoltà di dare il profumo ad un liquore, altri oltre al bouquet fanno sì che il prodotto si comporti come digestivo, tonico, corroborante, leggiermente diuretico, ecc. Certo che mescolando solamente dello zuc­ chero e dell’alcool anche se di qualità buona, non si arriverebbe che ad un liquore di gusto pessimo, perchè l’aggiunta di sostanze che rie­ scono a mascherare il sapore e 1; odore poco gradevoli di uno spirito che non è mai puro, ma che contiene alcooli secondari nauseanti, non solo è importante, ma diventa necessario. Il liquorista industriale si trova, allo scopo, da­ vanti una serie infinita di ricette che sono ge­ neralmente infusioni di thè, infusioni di foglie e di buccie di limoni, cedri, aranci, acque di ritagli di quercie, ecc., ecc. Sono questi tutti liquidi che contengono gli aromi speciali alle piante o parti di piante che furono più o meno esaurite ; però, sebbene se ne consigli l’uso dai vecchi pratici, oggigiorno si mettono in commercio degli estratti alcoo- lici molto concentrati che più facilmente rie­ scono a mascherare il gusto cattivo di tutte le miscele degli alcooli poco puri. Il liquorista che vuol prepararsi delle solu­ zioni idro-alcooliche aromatiche deve fare una buona scelta delle sostanze che vuol mettere in fusione. Come per la qualità delle materie aromatizzanti, così è bene aver riguardo alla durata della loro macerazione, poiché alcune

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