FRIGERIO M - Manuale del liquorista - 1898 copia
Gli estratti si fanno anche direttamente per esaurire le materie prime senza ricorrere ad una previa macerazione e farla seguire dalla concentrazione. A questo riguardo distinguiamo gli estratti che interessano il liquorista in estratti acquosi , estratti idroalcoolici ed estratti eterei, e questo a seconda che la materia che si adopera per fare l’estrazione è acqua, miscela di acqua e alcool o etere. È bene osservare che 1’ etere non si impiega generalmente per l’ estrazione delle essenze. Quanto agli estratti acquosi è opportuno prepararli con acqua distillata o almeno di pioggia, perchè nell’acqua di fonte si hanno sempre presenti troppe sostanze minerali, le quali reagiscono principalmente sui sali di calce e di magnesia, contenuti nelle parti di pianta e danno luogo a dei composti insolubili. A c cade anche che i sali minerali normalmente contenuti nelle acque naturali si concentrano insieme a tutti i principi attivi delle piante quando vengono evaporati, ed a questo modo si arriva ad un estratto granuloso, il quale, introdotto in una miscela di alcooli e di acqua, Può dar luogo al suo intorbidamento. Gli estratti fatti con acqua si usano princi palmente per quelle sostanze che sono solubili in questo reagente, e fra queste interessano maggiormente il liquorista gli alcaloidi che colle moderne esigenze costituiscono i caratteri più ricercati di molti liquori. Alcuna volta all’acqua distillata è opportuno Aggiungere un acido il quale può impartire al liquido estraente un potere solvente molto Maggiore. Così in un nostro stabilimento l’e Manuale del liquorista 47
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