FRIGERIO M - Manuale del liquorista - 1898 copia
70 Mummie del liquorista a volerlo introdurre ad ogni costo in un liquore e farvelo comparire quando solamente figura sull’etichetta, è veramente una smania poco encomiabile e anche.... diciamolo pure, poco onesta. Tutto questo che asseriamo ci potrebbe essere imputato come un ritorno all’antico, e, per vero, che questo poco ci importerebbe se l’antico facesse sinonimìa con onestà. La chimica elementare,intendiamoci,ci rende ragione del come sia affatto incompatibile il mettere insieme delle sostanze le quali, se ci fossero realmente, darebbero luogo a combina zioni proprio negative per le buone qualità estetiche di ogni liquore. Quindi il ferro lascia molo nelle ricette del medico, e in questi liquidi non facciamolo figurare, tanto più se mescolato con estratti di parti di piante. Quindi la risorsa vera che resta al fabbri cante di liquori in questo campo è quella dei principi alcaloidici. Sulle estrazioni di tutte queste sostanze vale tutto quanto abbiamo detto in questo capitolo, tanto più che esse si trovano generalmente associate ad altre, quali essenze, aromi, ecc. Si ottengono mettendoli a macerare a freddo o a caldo con una miscela di acqua e di alcool. Alcuni liquoristi usano far digerire diretta- mente le scorze che si contengono nei liquori. Passiamo in rivista le più usate, dandone, per ciascuna, le sue proprietà: Rabarbaro — tonico, leggiermente purgativo. , China - - tonico-digestivo-calmante. Genziana — tonico-febbrifugo. Camomilla — digestivo-antisferico. Ginepro — aromatico-antiscttico. Aloe — tonico, leggiermente purgativo, diuretico.
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