FRIGERIO M - Manuale del liquorista - 1898 copia

liquide, valersi di un telajo quadro, sul quale si dispone un pezzo di tela o di lana. I liquidi colanti si raccolgono in una capsula sulla quale si dispone questo apparecchio. L ’imbuto può essere di rame o di ferro smal­ tato, con un robinetto che si apre al tubo di scarico. Per valersene, si fissa ad un sostegno o ad un foro praticato in un tavolo e vi si adatta nell’interno una pezzuola di lana o di tela pre­ viamente lavata con acqua calda prima e fredda poi. Indi si prendono due o tre fogli di carta senza colla, bianca o grigia, detta carta Lor- raine, o meglio una carta bianchissima spe­ ciale detta carta Joseph, e si bagna con acqua, indi si straccia, si introduce in un mortajo con un po’ d’acqua calda e si spappola fino ad avere una pasta. Questa pasta si introduce in un po’ d’acqua ben chiara, e vi si lascia per un po’, rimescolandola ripetutamente. Si lascia in ri­ poso per un po’ di tempo, indi si leva lo strato limpido, si raccoglie la pasta di carta, si torna a ridisciogliere e ad impastarla più minuta­ mente con altra acqua chiara e così può ser­ vire allo scopo. Si versa allora mista all’acqua nel filtro sul quale fu già disposto il panno di lana o di tela. Si raccoglie l’acqua, la quale tiene sem­ pre in sospensione le particelle più minute della carta e si riversa sul filtro fino a che ne cola un liquido perfettamente limpido, il che cor­ risponde ad una completa ostruzione dei fori meno che capillari della materia filtrante. Dovendosi filtrare dei liquori sopraffini, con­ verrà ridisciogliere la pasta, dopo un’ accurata lavatura con acqua, nello spirito ed operare Matiuale del liquorista • 91

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