FRUGOLI - Pratica e Scalcaria - 1638 copia

Libro Settimo. 431 rlnuentori, non folo di dette Viumde quali fi mangiano» ma delle be- uande che fi beuono, canto Moderne, come Antiche: OMO come con- fapeuole delle molte fatiche dell'Autore, ho fuccintamente raccolto li nomi di tutti quelli, de* quali fi è feruito quello valent' huomo : princi– palmente fi è pre uà luto dell'opera di Ephoro Cumeo, quale ferine in_* ventifette libri l'Hiftoria di Galieno Imperatore, & lbicio Regino fami" gliare diPolicrate Tiranno, e di Gironimo Rodio Scrittore delli fatti di Demetrio Poliorcète » e di Dione Prufeo, il quale fcriffe dieci libri del– le Virtù di Alcuandro Magno, &fi e feruito molto di Califtene Olinthio » e di quel Califto che fcriffe in verfo Heroicol'Hiftoria di Giuliano Prcn- cipe,fi è feruito ancora di Chcrilo Samio, e di Clearco Solenfe, che fcrif– fe de varia Hiftoria, efi troua di più leggendoli fcritti di Adio Pifau- rienfe, di Tercntio Scauro, di Heperide, emulo di Demoftene, di Trafi- maco,diTcopompo Vnidio, &diGn. Potamone, poiché, molto di lo– ro in tal difeorfofi é feruito, & li ha diligentemente letti, & riletti ; & fé alcuno di ciò ne vorrà ùrc J'efperienza, la porri commodamente fart-/, perche à me mi bafta folo hauere accennati li fopradetti Autori, né alcu– no fi marauigli, che al detto Aurore lifìano capitati tanti Scrittori cosi antichi,percheeffendo(latohuomo di mirabile fortuna*, poiché coftui lu longo tempo poffeditore della Libraria di Gordiano Imperatore, à do- tic fumo feffantadue milia volumi, & anco ha vedute le Librarie Pergamc- ne,delle quali parlando Plutarco fcriue che ne conteneffero dugento milia: Coftui reftò anco herede delli libri di Tirannione Grammatico, che fur- no tre milia volumi, non fol di quefti, ma ancora di quelli di Trifone Li– brare, del quale Martiale parlando cosi fcriffe, Non h<beo $ fed habet Bi– bliopola Triphon » al quale Trifone fcriffe già Quintiliano, nella EpiftoIa_» liminare delle fue Oratorie, & inftitutieni ; fi che a me pare,che coftui habbìa hauuto commodità di fcartabellarc, e vedere quello, che a molti altri è (lato longo tempo nafeofto, fé bene che molte cofe effo habbia tralafciate dì dire, per effere coftui molto amico della breuitâ, più cho alcuno mai habbìa poflo penna in carta. E perche voglio feguitarc il mio difeorfo, con quell'ordine che appref- fo di varij Scrittori mi è accaduto ritrouare, fé bene di così picciola im- prcfa,habifognatoappreffodi diuerfiScrittori ritrouare dalli fcritti di vn foto Autore,benché molti fiano flati,e perciò mai haueriacreduto che di così picciola imprefa,non ne fufsi riufeito con meno fatica di quella che habifognaro fare*. Hora acciò che l'opera fia non folo curiofa, ma vtile, non folo ho vo– luto dire l'Inuentori delle cofe,ma l'vtilitd ancora delle cofe ritrouate, con la maggior breuità che ho potuto, con tutto che io habbia hauuto par– ticolare riguardo nellamia praticaci trattare di cofe appartenenti più al– lo Scalco,che alla Medicina, & a fecreti : e dalli Animali Quadrupedi col fauor di Dio incomincicrò. In-

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=