FRUGOLI - Pratica e Scalcaria - 1638 copia
Libro Settimo. 459 inE&ipto 1 e particolarmente dalli Pallori, quali Io faccuano con acquai » cuero con latte . ma difficilmente lo digeriuano. Si vfaua appretto di alcuni Populi , particolarmente in Puglia , vna for– te di Pane detto CoHfio, cioè Pane cenerino , fitto in ftiacciate, e cotto fotto le Ceneri f del quale ne fa menttone Plauto quando dice, CohpbioL-* mihi né incotta denti* , fi (lima che di tal Pane, ne fuffb iuuentore Fema^ Sabino, Hofte cortefiffimo. Neirifola Tarenn3tc vi è vn'Albero che fa vn cappuccio nelle fue cftrc- mitd, nel cui midollo fi ritrotta vna farina, della quale ne fanno Pane, fi come dice ilClufioj quale infipido, ma mangiato con Zticcaro, Pepe , e Cinamomo, che da alcuni è defideraro> il primo che portò quefto Pane» hi Francefco Deachè nel tempo delle gran careflic. Nelliflancia> & altri paefi Settentrionali fanno del Pane di Pefci, fi co– me dice Plinio, & anco nell'Indie Orientali ; Oritas ab Indisarbis fluuius difìerminat , bjj nullum ahum tibum nouere, quam Pifcmm quos vvguibm dtf- ftttosfole torrent , atque ita Panem >exy$ faciunt , fi come loricrfice Cli- tarco ancora^. Si vfauano da molti populi vna forte di Ghiacciate dette Elafli, fatte di Seffamo; quefto è vna forte di formento Indiano,fi come dice P\in\o>Àefìi- uà furmenta diximm ftjfamen % Milium , 0 e Panicum » fejfama ab Indii ve– rni , quali faceuano con fior di farina f & ne fu iuuentore Pietro di Capua^; al medefimofe li attribuifee molte altre foglie di fogaccie, particolar– mente le Montiane, quali erano comporte di fior di farina , di Cafcio, e di Vino | vfatc modernamente dalli Contadini di Caftiglione del Lago di Pe– rugia , ma vi pongano di più Noci dentro. Il Pane Siligeneo, il Bronfclfio, col Cornano, dicono effer fatto di fc- gala , ma Plinio con molti altri non raffermano > & alcuni altri dicono che detto Pane era fatto di vna fpetie di grano chiamato Robus, qual così chiama la Siligenc il Columella, mala maggior parte di buoni Autori af– fermano 9 che fuffe quello fatto del più eletto formento, che in quei tempi fi ritrouaffe in Italia, & anco della più pura parte della farina pattata per il più denfo tanifo, oticro Tettacelo, che ritrouare fi potette, perche filgo fìgnificala midolla del formento, fi come l'afferma Galeno nel primo alt- mento* um , quando dice, At vetopurijfimmVanii apud Romanos diciturJi- ligmeui , & anco l'afferma luuenale nella quintaSatire fedtener , & ntuem toolltquefihgen^j. Nella prima età , detta l'età dell'oro» viucuano di Ghiande, e delle fron– ti fé ne coronauano le tempie ; Cerere poi degna d eterno honore rirro- uò il formento, e ci infegnò a fare il Pane, già fi vifie longo tempo in Ita– lia di Polte | fi come in Grecia di Polenta fi viueua, e così hi incognita la-* Polenta in Italia, fi come h Polre in Grecia ; Ennio nobil Poeta deferiuen- do vna gran fame ditte* che li Padri toglieuano di bocca alli figliuoli l'offa, c non fa mentione alcuna di Pane, e perciò noi habbiamo vna grande obli- Mmm x ga-
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