FRUGOLI - Pratica e Scalcaria - 1638 copia

5 I N C E R TO A V T T O RE D. Aggio, e gentil Lettor \ J l tempo , ehe confuma Ogni co/a quagiù quai nebbia ,o Spanta , Pud confumar amor Veli'opere immortali I Libri y che fon fol di carta , e fiale. So, che tu bauraigià letto Quell'eccellente pratica , hl'on ài Fìlofofia, ò di Gramattca, Ma difar'vn banchetto Di que/fo Autore ilìeffo II cui vino Ritratto è /òpra imprefo. Ma Perchè i buon bocconi Ben conditi y e ben cotti Piacciono al par de'bei difcorfi, e dotti, Più , che i venti Aquiloni I primi fon volati, Efi fono ifecondi hor rillampa ti. E così dirfi può, Che pianta si pregiata Viendalftfhfa mano ripiantata, Che prima Japiantò; E che /esperto Autore Di nob il Pianta è faggio Agricoltore\ Che quell'opra fia pianta Vtflefio Autore il dice, Dunque chiamarla pianta a me anew we f La Jua penva fi vanta Di sì nabil concetto, Che l'Albero a/somigli ad vn banchetto. E tu ben fai ò Lettore > Che fé rallegra tutti Vn'Albero co i fori, e con i frutti} guanto rallegri il cuore Veder' vn bel Banchetto Di Vitella , Cappon, Starne, e Capretto. Mentre bai letto quell'opra, Se tu non fé' auuertito Ti taglierà la borfa l'appetito: Fera l ingegno adopra, Habbi fé nno, e prudenza, E fc non hai denari, babbi partenza» A

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