GARZONI - La piazza universale - 1589

9 4 " P I A Z Z A C e l i o. slro fecondo Celio,al 'Battriani; TlatoneaiMagnesij,fecondotijteffo;t)eu <jHldl °- catione ai "Delfi, fecondo Ouidio, di cui dice quelle parole^. Non illomelior quifquam, & amantior <equi V i r g i l io ^ ^ ì"** § 10 * Saturno àgli jtali,fecondoVirgilioin queiverfi. Et genus indocile, ac ditperfum montilm altis Compofuit, legcsj } dedit, Latiumj, vocari. Maluit. Et altri auttori voglianolei Magi le differ o ai Ter ft, i'Druidi ai Gatti, Zaleuco ai Locrefi, Hìppodamo ai Milesij, i Ginnofofisli àgli Indi, Belo ai Caldei,Eaco a Egina,Tbidone ai Corimbi, Zamolft ai Scithi, (haronda,& Thalea ai Cartagine/i, T!$mulo,& Numa ai Romani, & per maggior cre dito toro, attribuirno quafi tutti l'inueniione di quelle ai Dei • di modo 7,ar oaflro diffe bauerle riceuute da Orcmafo,Trimtgisto da Mercurio,Cb rinonda da SaturnofDracone & Solone da Minerua,Zamolfi da veslafPla tone da Apolline, THinos da Gioue, Numa Topilio dalla Kfinfa Egeria: La Marcio o n d e furante leggi tutti illustrate nella Genealogia fuor di modo) benc Ficino. tutti costoro andarono ( come dice Marfilio Ficino ) come fmie imita Mose, qual veramente riceuete per man d'iddio la legge, ma non già lor fe ben col lume particolare, ch'effo iorporfe, informarono i popoli di leg atone, gì faggie, & prudenti, quato l'humana cofcien%apuote comportare.Q di Tlatone\nel fuo libro delle Leggi diffe appcrtamente, che le leggi non fonoefferefenxa il lume d'iddio costituite .& il medeftmo nel fuo Trot ra diffe,tuttel'arte humane difciplineprocedere da Trometheo,cioè dall'hit fihene" 0 " m m a P rou ' ,cien K a >' ma ' M ie gge fola uenire da Gioue per Mercurio, cioè da M.Tuliio. D l 0 P e r mezzo dell'Angelo. Queflo ifteffo diffe demosthene in quel ' tenta .Omni s lex ef t inuétio,& don u Dei , & M.Tullio nelle Filippich e diffe. Lex nihil aliudeft , nifi rect a & a mimin e Deoru m traci a r a t i o . quefto medeftmo attestano gli Imperatori nel Codice, al Titolo d e P i pti o nib . & né Canoni, al capitolo iberno, alla caufa feftadecima, e que itione terza, Jon[crittequefleparole. Lcge s fiintper or a Principimi di nini tus promulgata; , il che euidetemete conferma ancora quel paffo Trouerbij. Per me Rege s regnar , & legum códitores iufta decernunt . 2^efenzamiflero('diceMarfilioFicino )fumo aferittep articolar m^tele leggi di Minos à Gioue,quelle di Licurgo a Agalline , & quelle dì Solone Tatlade, perche toccarono in queflo le trine perfine, egli attributi l che per fede cofeffumo noi Chrifìiani,cioè la potila determinata per Gio ue principal, f ragli Deidafapiè'zaaUufa daTaltade,& labotà fignipcata f Apolline, la quale è tato ampia,& grade, che fole fuum oriri facit fu - Arifloti- P e r b o n o s » & m a l o s • mfàuore delle leggi parlano poi tutti gli auttori le. dotti, & muffirne Aristotile, che nel libro della morte & della ulta le

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