GARZONI - La piazza universale - 1589

V NI 1> E R S osf L 1. 12 5 & per questa diffinition e l'imprefa fi distingue dalle note Hìeroglifice, & dall'arme delle cafate,le quali ambe i foli corpi riceuono: & cofidaifimbo' Ìi,ouero Emblemi,pcbe quatuque• effì fono all'impréfa affai vicini ,bauedo pitture.&parole ad uno inteto conceffe/jr legate; tuttavia éfferifeono et iiell 'inteiì'yiie,& nelmodo;pciò che quato ttL ìmeùone, altrono vuolrap- prcsetare ilfmbolo,che vn p ietto morale no determinato a vna fola Pfina ma a tutteegitalmetepertinete-.douelimprefi 'i moflrafiolo quel determina-, to pponimetOyChe il tale imprede a fare, & di 1 he ha nell'animo ferma, & stabile rififluùone.& quato al modo,il (imbolo Può c Òporrc come vna biffo riaverne fi feorgeìn quello della Dea ffidì;nel quale interuiene l'afmo,l'afi- vaio l'effigie della T>ea,& una turba ai h uomini, che le f anno riuere nza.et qltra di ciò l'Emblema fi preuale decorpi bimani ; oue l'imprefa fugge la moltitudine,& infume la compofitiune delle bumanc figure. E in fomma l Emblema da un particolare caua un precetto vniuerfiale,ma l'imprefa ar- gumeta fiempre ad vn particolar e,&più fflo aceena, checopitameteiibri ma ,no lafeiando il(imbolo cofa adietro da dire, f dichiaratione de'ccrpi di pinti.nella qual materia èflatofie liei/fimo Falciato algiudicio di tutti « dot tUimprcfa adunque furitrouata a qsto fine principale,d imprimer e accen– nando vn pponìmeto virtuofo, & illustre dell'animo intorno a cofa fatta, 0 che far fi debbe,no Importado altro qsto nome de imprefia,che cofifitta ,o cofa tolta a farfi,& ficodariamete affine di tener memoria delle virtuofe et bbnefte operationi.I pcetti delle imprefie vniuerfiili fono, che l'imprefa bab bia vn fot eocctto-.che le parole dell'imprefa filano ò trouate pffo buono aut tore ,o coposte di maniera,cbe no poffmoflare,ne fignificare il eocetto del– l'auttor e se%a lafigu ra.<& di qui fi conofice la itnperfet l'ione di quelle impre fe,nelle quali il moto p feste (fio compitamentefignifica st%a l'aiuto della fi Ak gura,la quale per ciò viene a rimanerla posta dì fouerch 'io , come Aleffan- Farr dro Farra,nclfino Trattato delle imprefie adduce per effempio quella del Si gnor Minio Colmadl cui motto era ta/e-Fortia iàcere,c<: pat i Roma – ni! eit.J/ qualmotto è riputato troppo eìbrcffiuo da fi medefimo. l'isteffo fi ricercancilefigurefo per parlar e fiecondo tufo commune) ne i corpi del– le imprefie,che no fpieghìno il eocetto dell auttor e in modo, che il motto fia fuperfluo,pch 'altramete s'incorrerebbe in tre errori, il primo, ebeniuna differeza farebbe da queUe figure a i Hieroglifci, i quali da je steffi natu- ralmet e fignificano.i l fecodo,che le parole farebbono pos~tc dì fouer ch'io. il 'ter%o,che effe par ole,che fon l'anima della imprefa,ne> verrebbono almeno afar altro ufficio ,cbefruire alla fìgura,non altro operando, che dimagra– re lafola natura di quella cefa,cke ella rapprefenta.-ilcheno èmaco biafime uolc che la ulta di coloro/anima de'quali priua dello ffledore intellettna- le,resla tutta ns'fin fi corporali immerja. ne i quali errori dice il .predetto muore effere incorfo Monfig.Cjiouic primo firittoredi qfla materia^ fli moto maeftro delle ìmprefcoirne nel Venena Tello dell'Almano,& nel in cimata,

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