GARZONI - La piazza universale - 1589
I 1) E R S ésf l É. f JJ conhumìltà,® pafiexaquato effi dicono,® finalm&te congli atti,eoigefii,. con la Hoc £,col licito, con la Ungua,con glificchi mofirargranita, dificr elio– ne ji c 'unita p 'd cbcfiapoffibiìe ,p captiuar ìabeneuolè'za loro in beneficio defuoì Clieti.Mail fatto ttà,cbe rari fin qlli,c'hahbiano quette partììn lo ro,® moltiper il contrario fino,cbe cadono m tutti quei vitij, ® effetti, che figgono effer e coi allo slato degli Auocati.Era per vna legge chiama, ta laleggeC'mtbiaproh'ibitoaRomaniil pigliarfilario,ouer doni p coto di Auocare, la qualfiu poi moderata con ragione per preghi di Appio Ciati- dio,acciò che igiouenijeuata lafperatadelpremio, non or afferò co negl i- getaima innati à quetto Antiphone Ranufio fu ilprimo,che e/sedo Auo- cato,acccttajfe mercede delia fua tutela,come diceFràcefioTatritio nel fi fio libro deìlinftitutione della fia Republica; il cui effempio fu poi feguito dagli Oratori Greci,® da Latiniffinche la cofa s'è ridotta a tale,cbefenan s'ongo lor le mani innati,® fe non fi forma un patto efpreffo ài dargli an– co più di qllo che non -vogliono ifìatuti,® la Tragmatica,non pono indur fi a pigliar la tutela di alcuno. ® altri ancora più maluagi vendono le cefi che non fono in effer e,cioc lepriuatìonì,e i filetifà prettfi,perciò cheffi co– me pochi di loro parlano fenxa effer pagati, cofi no tacciono seta premio, ad effempioffi come io credo)di Demoìthene, ilquale, hauedo dimandato à Ariflodemo auttor di fauclc,quato egli haurebbe voluto $ rappresetare,et rifpodedo lui un teleto:ma io(diffe dJemoftbeneJmolto più hò hauuto,pcbe- io tacefiì,imperò che la lingua degli Auocati è tato danofia, che s'ella non è legata con donijmpoffibile è di fare fi che ella no ti nuoca. All'oppofito an coracole chiacchiere loro ìbar canai poucri litigati,® gli mettono in ti™ bello, con fiperatagrade di vincer le lite, epoiftàno vn'età innati che facci nolapetitione,® entrati che fon àlitigareffubito trouan mille negatine fi ?pè'fìorii,teBimonì in cótrario, ® vna lughetja di tepo, che quafi induce i mifiri litigati a differarfi,® impiccarfi p lagola.Mail dotto Alano nel li Alano. bro delpiato della Cbiefi ne fa una ricercata copita,dicedo,chc olirà di ciò fometano le caufe molte uoltefinganado i Clieti,e dado le lor ragioni in ma no degli auerjarifco infamia cfpreffa di tvaditori;equatuque le ragioni fui di{ferate,le fittetano con ciicie,e con parole,p parerfiottili,® acuti,efsedo più pretto garruli,® litigiofi,oue parlano alto,ragionano da presoiuofi,et ff~acciatì,inlr'wme,auuiluppano,cotedonofii ima minutia tutto ungiamo: di più cercano d ottener dilationi ,c termine di prolughefipflue per fuggir, le st'tete de'Giudicì,e tutto in dano de'lor Clicti,rimborsadc effi fra tato gli ttngheri,® le doble ne'marfipij loro ap ert'v .et cofi fanno appellar la parte loro indarno,e seta ragioneuol caufit,percbe la lite s'allugti, e tato più cor ra il denaro alla va Ita loro, che maifomifee il corfiofi non quado il fTiete èportato a!l'bofiedale,o chefi cata il requie m altern a fopra la rebba di quello ifpeàita, & diffipata in tutto.AÌle uolte anco fino ignorati delle kg Site in cablo dallegaiioni fi feruono d"mtrkhi,ouero di cqtefi obbrobriofii 1 4 & "
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