GARZONI - La piazza universale - 1589
V %X FV t %±S A L>E. :•: %3j cèmefi foffé un'offa di beccarla dinanzi a tanti cani £ "Dicono alcuni che litiganti fon gran peccatori,ma t apparenza esteriore dimostra quafi il co* trarh,percbe non mostra il litigante d'errar nel peccato dellafuperb'u, on. dando per leflrade tutto penfofio, & congli occhi baffi, & affiffi alla terra, come van glibumili.non nel peccato dell'auaritia, perche pur troppo ffen de,e tal volta non hà vn ghtlio daprouedere al bifi)gno della cafa fua,& da pagarle copie della cancellarla ; non nel peccato dell'accidia, perche mai fià'm ripofo,anzi del continuo gir afior a a cafa deU'Allocato, bora delfol- lacltatorefbora in palazzo a trottare i zaffi .bora in piazza a cercare i tefli monitora in villa a ìnformarfi de'confirii,tanto chefempre è in volta; non nel peccato della gola,per che non gli auanza tanto, che p offa far toltola, fe per forte non lafa dinoce fenza tap eto fopra. no in Luffuria,perche i tratta gli deWanlmo,e l continui disturbi fan perder l'appetito carnale fi quitta co cupifeenza poffa regnatetn loro. Stfefoffcro lìberi dell'ira, & dell'fnui- diaffarebboncome Jantì,maper l'ira vanno in grondarne impaùeze,mor- mora.no dellaparte,diconmal del Giudice,befiemmìano gli Auocati, 'moda tUfoUécitator't, fan rìlafft ai zaffi, ingiuriano i meffi, straparlano delle Leggi,accufano i Dot tori,ò menano ogni cofa àtrauerfo,&alla peggio, co– mefece l'artelaria del Duca aiFerraraa Rauenna, & quadoil capo è rot– tolo laperdona maco a D'iole ai Sati,cb« gli maledicon omille volpe l 'ho rd-.per l'inuidia non poffon mirar con buon'occhio gli auuerfar'ù fluoriti, nefentìr c 'habbian ragipne,ne udir cb'e(fi babbianoti torto, e ogni parola, •• *g ai g es Jo ,ognl motiuo della parte auerfagli stomacha, e gli auelena II cuo rcTuttl i loro Intrichi cofistono Infar notar l'aceufation'ifdar termine alla partc,allegare auttpri,negare la dimanda,riceuer laproua, effaminar tefìi iimi ,ordmarilprQceffo,notarlarelaiione,allegarlxc •dice perfotpettojupplicar di riueder un'altra volta la caufa, & appellar fi dalla fenten%a;m.i il maggior intrico di tutti è il bifognar vedere ipode rlfmpegnare ì mobili di cafa,dar uiala robbaper vn pezffp dipane,fpeder fen %a vngiouameto almodo,crucciarfi daft fleffo seza utilitàgettare i paf fi Indarno,éuetar e unfalllto,andare all'hofpedale,morir come furfante, e perder l'anima comevn difperatode dieci piaghe degli Egitti) furono,riui difangue^ane^afanhmofche^ocuj^tenebreypeste^pestajepra^morte dìprimogeniti,&le piaghe de'litiganti fono lafciareiprimogenifi,&anco : tfecondo geniti, fieaza cofa da uiuere andar filetti come leprofi, e feparati dal confortio degli altri/iceuer la tempestanti campi jielle entrate, nella b ~brfa,eìn ogni cofa,effer fcbiuatl comeappeBatl,per efifer tenuti troppo li tìgiofi,giacer nelle tenebre ,e nell'ofatritàfepolti, per effer nudi d'ogni be- ne ,viuerdi tocufie come tanti heremltljhaucr lamofihetta al nafo, del con tinno per l 'impatienzane'giudi.cij,effertenuti tauanl, ebabbicni da tutta la gente, blfognare ammutir gli Auocati ,e 't Giudici come fi fan le rane dbQscone,fpargereilfecondo .fangmcb'èlarobbainutUmmte sii,
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