GARZONI - La piazza universale - 1589

~*4° * 1 A Z I U. perche dicóno,cht r àqueUa'guìfa,che l'api, e le mofiche, & le rMe, che foni creature imperfette fi generano ione fi trotta lamaìeria accoda, e preptt- rataffenza cofiderationepia d'un luogo,chc durialtro,cofi[accede de'me- taUiitnperfetti,chepo[fonogenerarfi,&produrfi,pur cheu'interuegala materia,® il calor, che gli concoce,®lafrigidità che gli aduna, & racco- Anftotil c gU e i n fieme:il c f, e parche dichiarar uoleffe anco Arifiotile nel quarto del laMeteora,mentre parlado dalcune cottiom,dijfe, che niente importaua, Auerroe f*^* Ua ^ tiaturafiouero artificialififacejfero, pur che l'isteffa cau- oe ' fa da produrle Vinteruemffe.Parmi,che il dotto Auerroe ancora lui , nel primo della generatone degli animali al cap. r .affermi, che gli Alchimisti Mudino fi medefimi, penfando che l'arte pcffi far l'isìejfo, che fa la na rai/fendo le caufe dellanatura & dell'arte fra loro molto diuerfe. La qua ragione è come un fumo di corofolo appreffò a gli Alchimisti, imperoche prouano,che le caufe diuerfe in[peckfanno l'isleffo in ffecienaturalmete, comefilmotoàl lume,® il foco,chefino cofi differetiper ftccie,® per na tura,z? nondimeno producono foco dell'ifteffafpecie, <®tifico fi cauada fiecie diuerfe,come da pietre,da legni,daferri, & da cofifilmili molto dif- Ariltotile f e r e n t i fra loro: altra che perfuadono la ragion loro col fondameto.d Ari stotile nel 7. della Metafifica, doue dice, che di quelle cofi, che per l'arte fi fanno,alcune contengono in fi il princìpio naturale per tuipoffono moucrft alfine intefio dall'arte,co vie lamedicina, ® lagricoltura, nelle quali l'arte alla natura è dìgiouamento grande,® aiuto; ® altre filo per l'arte fi fan no,come le cafi,egli edifici] tutli.Se adunque la finità ukne introdotta da la natura,® dall'arte, benché le caufe della fua introduttione fian diuerfi, perche non fi potrà con l'arte,® con lanatura cangiante inficme, produr- fiall isleffo modo e largato,® l'oro,bencbe la natura, ® l'arte fian caufe Pietro difer enti fralar 0 medefmet Quindi è che Pietro 'Buono medico Ferrar Buono, fipigliafi Strettaprotettionedell'Alchimia,uedendolefriuoleragioni ai- dotte da cofioro,cbe Ihano conlapoffìbilità dell'ingegno loro biafimata,® Auerroe d * nata > oue apparuefenzadubbio dubbiofi del parer proprio quelPrenci r ' pe degli Arabi nel terzo dell'anima al cap. 3 ó.nclfuo commento, doue d ce che malte arti fipoffono imparare,® ritrouare,le quali fin bora fono occu!te,per che le loro caufe non fi'fanno,®enumera folamente fra qutfic l'arte Chimica per efftmpio del dubbiofi pan fiero c'bebbe di effa nella ni Aioazel» u >&'l )er ò^ndo unauoltacantra rigatele, che fioStcntaualalch'miatra mutar e la fislàza de metalli, con-hiufi, che, Veritate m docer e diu– turn a experiétia,remporisqueIongitudopoterit. Et,che l'Alchi Plinio , miafia uerapar cheto cofermil 'auttorità di Plinio, che nel lib. JJ. alc.a. fcriue,chc Caio Imperatore fece dell'or dimeto oro eccellete,ma no però de Suida. gualpefi coi buono,® perfetto. Suidaparìmente fi mafira di questo pare- re,mcntre raccontale Dioclitiano imperatore fece abbruggiare tttttii fi brid'Alchimiaperfar oro,® argetoferini dagli antichi Egitti], acetiche

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