GARZONI - La piazza universale - 1589
tf4 P I A Z Z A DE MED I C I F I S ICI . Difcxvij . : Olii da rabbia mo!fi,ct da cieco furore trasportati hano cotra ragione aguzzato la Ungtta,et i demi cotra la dottiffima fie la de 'Mediei.paredo loro,cbe l'ignoranza d'alcuni, & la cicca „ bestialità de particolari, debba aggravar di forno, & vitu– pero tutta l'arte fi tutti i profejfori d'effa ftn%a vn minimo ri/guardo sì nobile, &.prcgiata difciplinafi di tanti benorati intelletti, clamo con tutti i modi refi fe medefìmì illustri, & la lor proftffione apprejfo al mon do cbiara,celebre,& diurna. Qiiindi nell'odio immerfi hanno aggregato lor latratile fentenze ài quelli,chein qualche parte fi fin m osi rati am fi,e contrari alla Medicìna,ìmp animando gli animi vniuerfiali, che terghi no in poca stima i Dottori di quesiafieieza s da lor più the difiouer ch'io att • liti,negtetti,e pofti al fondo, s'adduce da cofioro comunemente, che te preffo a Piatone non volle,ehei Medici multiplicajfero nelle città: che Tonio Catone apprejfo a Plinio interdice l'ingreffo loro in %oma,e lo maapertamente danneuole, & pernicicfoxhegli Arcadi-anticamente. vjattano medicine,ma filamento adoperammo il latte della primavera, muffirne quel di vacca,per meàhcinarfu che ì Lacedemoni anch'effi, i Ha t0 "° °" tonti,gli Egitti;,e Por tughe fi,feddo iltejìimonio dHeroàote,ct di Strabo- Sti-abone ; ne,rifintauano tutti i Medici,& quei ch'erano ammalati partanone in •cato,& nelle piazze, acciò che quelli che per fimil male fe.jftrperforte gttaritifionfigliajf>.ro altrui de'rimedi] ,c'haueuano pi ouato in fi mede che Seneca attesta i Medici altre volte effer fiati riputati cofi infam tenuto huomo digrandiffima infamia colui,cbefi f òffe voluto valere d' feriiigio d'un Medico;cbe Adriano imperatore era fi olito didire,cbela tur ba de Medici vecide il prencipc-.che ilDotti/fimo jtufonio attribuijce im Aufonio. jaiute degli ammalati atta forte; & non al Medico, dicendo. La forte libero Ili, & non il Medico : Et con fimili altre ciantieinutili,& inuentioni dinejfun valore vanno tradiccndo ai profejfori di medicina fi quali apena degnano rityodcr e ste fiutole obiettìonijffenào comechiaro,& manifesto, che alcune di que fi e toccano più presto i particolari ignoranti, & rozj, che la feienz* m cinale; & altre, implicando contradittione,vengono à dannar la medici con t'vfio ifleffo de medicamenti daMedicipofti,& ordinati. Ma la veri fola & stabile è questa, che tanto larte,quantoi profejfori fian mcriteu d'honori egregi, per altre ragioni, che da cotesti cicaloni addotte non fra le quali ( benché il pelago fia grande ) s'enumera qwfla per principal che la medicina è stata creata dall'altijfimo Iddio, & la diurna maestà è ta quella,c'hà Miituito glihonori ai Medici e no gli obbrobri], et le vergo gne,comegli affegnanoi detrattori di questa facoltà con le lor lingue ine . e maledicenfuPer quefio nell'Ecclefiastico } al ca p. 3 8.fi!eggon tutte lef guenti
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