GARZONI - La piazza universale - 1589

*7® 9 1 \Â Z 2 À fio non s ha da intendere di ogni virtù,ma di quella che conuienc di alcuni» fecondo che foni aiti a. dominare,® non di quella fecondo la quale fono a ti a flarfoggem,come è noto perii Filofofo nel primo dellaPolitica alca- po nono. Et in quefie modo prefa la nobiltà non uiene ad] efiere altro , ch vn habita ekttiuo,che confitte nelmc%p intorno a quelle cofie, chefino unenti ali e fi ;r fiprattante, e /ignare de gli altri. La terza nobiltà eh'é chia mataPolitica,onerociui!e,èquella,che di fopra è fiata dijfinitaeffere una qualità hotrorata,che prouien dal Trencìpe,mediante laquale uno è prefe– rito di gran lunga alla gente plebea . Mail Tanormita. no i n c. venerabili* col .2 .poltprincipium 3 dep;œbendis, diuidela nobiltàindue Jpecie, in nobiltà di genere,® in nobiltà d'attimo, nella qual cofia èmolto diminuto Velino P e n b e c ^ l a r a M e n t e f i vede, che tnttenon le camp rende. Ter è Felino f prati Codice par che tocchìmeglio,dicendo la nobiltà ejfer di tre forti, la prima detta nobiltà difiirpe,® di fanguefia feconda della virtù,& que- Platone. -abbracciata da Stoici,® dalFilofiofo in più luoghi; la terza mifiàdel luna, ® l'altra,® quetta ctedoio effer la vera, &perfettiffima nob'dtà Piatone ladiuiie in quattro Specie, dicendo, che una è tratta dagli Ani nofìri, che fan ttati kuominigiufli, ® da bene ; l'altra pur dagli Auì , che fianttaiiPrencipi,® signori-, la terza pur dagli <tAià,e k abbiano o per Cremarmi H 'ta diletteremo darmi riportato alla patria honorait trionfi; la quarta di Cnfbito- quelli,che per la propria virtù fimo fimo fi, ® chiari ; & diquettapar T Î ° T W „ ;„ l a n d o c ì im ant Crifiofiomo,dijfe. Ille ciarlisel e fubìimisille nobili s , i l - Fiorenti - i e t u n c m t e g r u m l u a m nobilitateli!putsef i dedigneturfenurevitns « o. e t ab eis fuperari. Quettaitteffa efifier preflantijfima fopra l'altre affer– ma egli,et cofi recitai iToggio Fiorentino nel fio trattato. D e nobilitate Ma Ariflotile nel quarto della Politica l'a/fegna ad altre modo, facendone pur quattro ipecieàmperoche dice vna chiamar fi nobiltà di ricchezze, la fiecoda di ttirpcjaterz* di virtùja quarta difiieza, o difiiplirta . Et nien– te prohibifce,che uno fi dimandi nobile per lofilendore della patria, ben- chequettanobiltàftadimoltopìcciolomomentopreffoa tutti. Ter que– llo e/fendo a Themifiotle,ch'era di pa tria\Atheni efe, oppottoda un cert Seriphlo, chepiu foffeglorìofo per ilnome della patria, cheper fio fprio ualore, fi dice hauerglì ricotto in quetta maniera.Nec[ue tu fi Athénien fis e(res,c!aru s extitiilès,|neque eg o fi Sen'phiu s e i ì e m, ignobilis . Et Diogen e effendogettatoin occhio ad Anacharfi Scitha, ch'egli fofifie Scithaper taertio . tione, riferifie "Diogene Laertio,che egli riîpofe a quel tale. At nihil qui- dé mih i probr o eft patria , fed patria : tu . Quella che poi fitrahe da fuoi maggiori, i quali fiancati per Jone nirtuofe, è laudabile, & commendabi– lefi, ma non però debbono i pottcrigloriaifi,®gonfiaifi moltoper effa,co ciofia che la laude de'pareti ( come dice Boetìo nel terzo libro D e confola tion e Philofophiae j fiia un bene alieno,® che rende chiari loro, mano 't figliuoli, fie/finon fono (imili a quelli; &èmeglio fenzadubbio e/ferpir fi

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