GARZONI - La piazza universale - 1589
D E ' B O L L AR I , O V E R O dell e Bolle. Di( c xx . Micro - fà'SS&M %A -2 {0 al tempo deT^mani antichi le bollein fregio ta ! °* §N eì/M cowe /<•"««<? Macr&bio ,&come recita Carlo Sigonio nel pri– mi BsjÉyi) m o hbr° de Antiqu o iur e Ciuium Romanorunv ^ Aféonio Ho* 0 fanciulli eran tenuti infimi, & villi,, fenon haueano toga pretefia,& una bolla nel petto,ch'era itfegno de figliuoli de'gentilh mini,& patritif contradistinti da quelli dcplebei.Et Afconio Tediano rae conta ancho egli,che coloro,che trionfavano p&rtauauoper infegnafui 'io trionfale vna bolla, che da loro era chiamata la bolla aurea, come testi monio chiaro, & aperto della virtù, & valore, che nella guerra hauean contro gtiìnìmici dimostrato. Così da tutti i tempi, & apprejfo a tutt gentinonfon siate le bolle ad altro effetto ufiue,fitluocbe a testificar q tanto ebei Trmcipi, o le Republicbc bornio per quelle voluto dichiar Et fi come la bolla in fronte auno testifica, ch'egli è un ladro, ò un tristo la bolla, o marca in una ballo testifica, ch'ella è paffata per gabella cofi un bolla fritta fa testimonianza di quello ,al cuifine, èformata, & fatta. bolle propriamente fon quelle lettereT opali, nelle quali ò fi concede chebmeficio,òintidgertza,òeffentione,ovfufrutti, òregreffi,òprivilegiò ftderoga, ò s'inhibifee, àfifutminafcommvnicà,òsinterdice,come nel Bol– lano die pochi anni fd uenne >alla stampa ,fi può commodamente d IlPanor - cono fi cere > & mirare ficonofeon effer vere, & reali, come nota il aùtano. mitano,qvandoficonfìderailmododeldettarej tratti confaelidellapenna, i punti filiti afarfi,il figlilo compito,& eguale dà ogni portela vera latin tà comprefa in effe,& comparando fera tur a con firit tura, mirando f carta è rafia, & bella;fe verbi grattai Fefcmì, drCardinalifon chiamati fratelli, & gli inferiori fin demfigliuolkfe finalmente hanno leconditioni tutte delle bolle, & lofiorma, che in corte di Romafioglìonofar fi. doue n lbattendo, ifalflirt] di quelle fino eficommunicati, & malaietti dalla ft.Vaglìono communememe tanta quanto la lettera fuona,&fe qualch fa ui ò di dubbio s'hà da ricorrere al Pontefice, a cui filo tocca la dichiara- rione della fina mente. Quelle poi degli Imperatori fan dimandate più ito patenti, editti, & privilegi, che bolle x & hanno anch'effe laforma l particolare, &i filiti figitii, che le fanno conoficere in Milano conte tenti falfi Imperiali ,ftngendofi colonello difua Maestà facratifftmo, bu una bella cena da certi Reueredi, fece apparer che loro haueanopocopr tica,del mondo,mentre alta uista della carta pecorina che mostrò ilguid tie,r citarono effi castroni di Tuglia,dando ampia fede alte chiaccbtref éunghiotto,& mariolo,come era egli. Almeno quel da ben Trmgiaìitì chefu da tre difgratiefegnalatojirima restando brustolilo dalfolgore cele Bejnentredormiua,feconio non ardendo inumi anni feoprirem cert fino
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