GARZONI - La piazza universale - 1589
c tt o V 1 A 2 n u. D E L A R TE D I R A I M O N D O Luilio. Diic. xxj. L mondo è tanto, vagoalgiorno d'oggi di penetrare in un tr togli ala fecreti dellefetenze, & dell'arti infimeche gran parte de turiofifatti, o nettane di Raimondo Lulfteun fund , mento cosìfodo, chefi penfiano col pofi'effo-di quell'arte uenireinunfubìto talmente dotti, ebepoffmo allimprouìfo dilatare di qualunque cefa, & ragionarne fondatamente, cerne fi il chaosdelle ze,eillaberinto dell'arti riceueffe forma, & chiarezza totale eia quell'a te. Ma Raimondo isteffo nell'ultimo, capitolo della fua tsfrte Magna tamente dice,& chiaramente protestainbreuìffmoffatio di tempo fipo. terftimparare,^apprenderekfuaarte,mada cbipoffede unointelletta pellegrino, da chi è iter fato e infìrutto nella faenza di Filofbfia, & da ch pone diligenza àcosì gran materia tenuemente. F. chiara co fa, che e promette quello, che i curioft con tanta anfietà vanno cercando, per t nel principio ancora del libro de Myftica Tbcolcgia,&* Phitofophia-t, vuol che vno indite mefi fàccia conia fitaartepiù profitto, che altri ne' fiolaslici con due anni. Taìcheil mondo, fintemi»queste cefi, &• pre– standole fouerchia fede, reputaebe l'Arte di Temendo folafia qu li, ehefaccialhuoiuo urituerfale,& atto parlatore di qualunque mate alìimprouifio proposta fia. Maio (per dire ilparer mio J molte fiate vijìo,& letto gran parte di questi libri a tal arte per unenti, <& dal fr che n'ho cauato,dìcolo a tutto il mondo .che m'adbenfeo allafintenza c mime de' dotti cioè che da quella fi caui ben qualcb'utile• J ma che-mag fia l'apparenza,&la precettiva che tutto il reste; & bòqucfi'artem ce to d'una Topica, ma molto d'immuta, feben "Rfamondo pmfa d'ha la coltaluifiolo; & firn ficuropoterfi aggionger molte cofi•, le quali Trattato fingolare dun'arte nuoua fiero con grafia del Signore mani/ filare al mondo. Già fisa che gli antichi (come ferine Giottan pica randolanojpofero quattro trafecndenti foli,che connomi latini fi cb mono Ens,vnum,Verum& : Bonum ; a'q natii più moderni, ficgv tondo Avicenna, n'aggionfira due altri ,i quéi fionda logici detti K Iauell o &a!iquid. & così ferine il lavello nella fua logie a al cap. decimo; Mur" G i°'^ n ' n i'Murmellìonel fua libro ffagogicode' dieci predicameli. Bora ilio" " %ùmondo fhàfinto da fi steffo noue principi] tranfcendcnti,chìaman, dogli Bontà,Magnitudine, Duraìiane, Potestà, Cognitione , volon– tà, Virtù, verità, & Gloria, e il fuo commentatore facrilego dei Agrippa n 'ha voluto aggionger e a quegli, altri tre, cioè l'effenza, perfettione,& l'unità. Ma, con qua! ragione debbono effer none Raimondo, dodici coni Agrìppa^, e feicon gli Ar'dìotelki tutti, Dotrà
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