GARZONI - La piazza universale - 1589
V 1 \ I: V E R S A LE. ip j 2£icolò Cufano, & Orontio Etneo, chehanno comporlo libri, e trattati dellaquadraturadel cìrcolo ,mainuano aun certo modofì fono sformati, •benché paia che hobbiano detto cofe fintili al vero, Tale èperò l'ambi, bitioneloro, chenons'aquetano mai a precetti deprimi, ma credendof in. cofe tali fuperareiloro maeBri,da fe Beffi vengono in tanto colmo di paz– zia, che l'elleboro di tuttala terranonballerebbe a purgarla. Senza di quefla faenza è chiara cofa, che l'architettura farebbe Stata fallaciffi- ma,la Mathematica cieca inflitto, & laCofmografia morta tpercioche l'Architettura con quefl'arteàiffegna tutte le piante de gli edifici], & le. riparte; come all'Architetto piace, ponendole indiffegno ,mifurandola groffez%a dellemurala larghezza, & l'altezza delle porte, &delle_j finestre, la circonferenza delledificio, la proportione delle cornici, l'ai' iezja dei coperti, & altre cofe neceffarie in tal arte, il Mathematico an– cora fenza tal'arte non potriamifurarlaltezza , le tir conferenze delle materie, la dipendenza dei colli, la caduca dell acque, il mifurar per via di paralleli, ein diuerfe altre cofe à quella pertinenti, il Cofmografo fin- ZA quell'arte non potriamifurar e il mare,ne meno la circonferenza, di moke, ifole, ne drizzare, ilmeamenti, ne le carte del navigare, ne mifurar la terra, ne diuider le regioni luna dallaltra, &infimmanon potria fare neffvno di quei belli, & uaghì paramenti, che hoggi dì fi tteggono ,maffime nelle tatto te cofi ben dtffcgnate di Tolomeo. "Re(la dun que, che la Geometrìa fta la maestra quafi di tutte l'arti ,fieruendo, con le fuemifure agli architetti, Matkematici Cofmografi, Muratori, Fabri, Metallari], Marangoni, Vittori, Scultori, Agricoli, Soldati, & altre genti. A questa danno amolijjimo honore tanti fuoiprofeffori d'ingegno, mirabile, come l'antica, & la moderna età ne hà hauutofempre in copia grande fra quali il primo fenza alcun dubbio fu lantico Archimede Siracufano, del qual fi legge fralopre fiue fegnalate; che formò con tanto mxgiBero un cielo di bronzo, che vi fi comprendeuano cbiariffimamente i moti dì tutti i pianetti, &le revolution! di tutte le sfere celefle, dopoiquel– lo, Archita Tarentino, il quale con ragioni geometriche formò m tal mo– do unatolomba, di legno, che ella fi levavain alto, &volava, & egli fu Uprima fecondo Diogene, che ifiofe le Mathematiche, &ritrouò il cu– bo geometrico. Tai Dicearco Siculo auditore d'AriBotile, fecondo Tli- nio,ìlqvale hebbe cvradi mifurar e i monti altiffimi della-, terra, ove trouò'd monte Telionejfer daltezza mille dveento e cinqvanta paffi conia ragione del perpendicolo. Dopo Sttdofio Gnidio, che fu il pri– mo a porre in ifiritto te ragioni di Geometria, & à pianare le dimo- strationidifficili,periifenfio,&pereffempi dinBromenti, ondefùtaf- fato da Tlatone, e baueffe Iettato la fuagrauità , & dignità alla geo– metria, ponendo la Theorica leuato la fua baffa^a quella guìfa. Di po i Dionifio doro nobiliffimo Geometra, nella cuifipoltura recita Tli- 2\£ nio
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