GARZONI - La piazza universale - 1589
V ®l I V E ALE. 109 le d'iddio per numeri, per figure, per riuolutioni, per ragionifimboli' che,rifericono tutte le cofie al principale ifiefo (questi tali inuesìiganoU fenfo anagogico . Quelli fiono adunque i fiei famofiffimi [enfi delle fiacre lettere, gli autieri de i quali, Epofitori, Commentatori, & interpreti, tut– ti con un medefimo uocabolo fon chiamati Theokgi. Questa manierai fon siati Dìonifio, Origene, "Policarpo, Eufebio,Tertulliano, Ireneo, "2\a- Zlanxeno,BafiUo,Chrifiostono, Athanafio, Damaficeno, Lattantio,Hilario, Cipriano, Girolamo, Agoftino Gregorio, Ruffino Leone, Caffano, "Bernar– do, Anfelmo,Beda,& altri infiniti di memoria famo/a, & illustre. Machi vuol vedere più minutamente la dottrina di queFtifenfi,& interpretationi della fcrittura, & mafifimamente Vufo delle allegorie, vegga Laurentioà Villauicentio nel terzp libro de formandi s facn s co n ciontbus , & nel li- brofecondo derarion e ftudijrheologici, cofila Biblìothecadi Era Sisto nella prlm x parte al libro ter%o,a questi s 'è appartenuto, & àfilmili à lor s'appartiene interpretare la fcrittura fiera perche iHeretico non fi può conuenire, fe à cìafcuno fin lecito Ifporla à modo fiuo dicendo ^igoftlno nel p rimo libro D e moribu s Eccidio , al capitolo primo • Qai s em m me - diocritc r fanu s no n facileintelliga t fcripturaru m expofuion é ab Bi s petenda m e l o q u i earu m doctore s fe ell e prcficenturf'£ f ncll'Ecclefia fico allottano è frìtto. No n tepraeterea t narran o ieniomm , ipfi eni m didi cenin e a patribu s fuis,quonia m ab ipfi s difcesintellecix m , & i n tempor e neceffirar i s dar e refponfu m . S'appartiene anco allìfieffa Chte- fa Catholì ca, perche con quella ragione (dice Agoftino cantra Manicheo) che noi crediamo alla Chiefia, che dice qUefta, & quella fcrittura effer di– urna, con li sìeffa conu 'ien credere a lei, mentre lidice questo, &qnel fenfo e fere il uero, & proprio della fcrittura facra. Olirà di ciò Origi– ne nel prohemìo del primo libro delPeriarchon,dice . Illa fola creden - daefcveritas , qua ; i n null o ab ecclefiaftic a rradirion e difeordar . Et Agostino nell'Epistola quinquagefima nonadice. In fcripruri s fancti s in- terpretandis , er/ ì null a dici poffinr,qu x improband a no n funt,rame n in bi s eligeadu m , quo d omnis , ve l penèomni s frequenta r ecclefia . Chi vuol faper beniffimo poi le regole dinterpretar quefla facrafcrit- T tura legga il libro D e Reguli s di Ticonio. ilquale fcriffegià contrai Do- D . Gio natifli-S. agoftino nel libro fecondo. De doctrin a Chrifdan a ,D.Cjio - n i. uanni Hojfmeifiero , Francefilo %uitxjo,. Sante Pagninonel libro del- f l'Allegorie, Giorgio Edera nella prima parte de'fiwi Economi] della-> Yxiz "Bibbia, imperoche fcriptura di u in a [come dice San Glouan Chrifostomo Ru nella decima hornelia fiopfa il Genefi) nilul temere , ve l fortuitolo - quitur,fe d Se fyllaba , & apiculu s vnu s reconditu m habe t thefau - rum . Maper gli interpreti fuoi s'ba da notar principalmente due_j feti- tenaci', una di Clemente nell'epistole quintale commun i vira, ilqual dice. " P o r r ò , Se il mult a fèst a fine i n ferpturi s diuinis , qua ! poflun t 0 trah i
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