GARZONI - La piazza universale - 1589

U N I V E R S A L E. 22 1 e circa le qualità deli anima appetkiva,perche in quéllctregnano i coslu- mi,comedìce Plutarco nellibro d e uirtutemoru m . l'intellettuali virtù fono,la fapienza,la faenza la prudeza^ quelle.chefi riferiscono a loro. Ze .morali fono, la liberalità, la temperanza, la givsiitia,la fortezza,& quelle che fi riferi fono a effe; delle quali n'ha trattato Aristotile nell'E- tbica, EuSìratio, Aleffandro viecelomininella fua Filofofia morale, l'Ac Akflan - ciaiuolo,e Martino Theslogo n'ha disputato, molto Herokamente. La vir- òr o tù intellettuale procede dalla dottrina; ma la morale dall'habito, & dall'- ^,™ ufo. Onde, fe vno impara da teneri amila far bene, & s'affuefdalle vir- u o tuofe anioni,aueSì aài giova affai a divenire fommamentevirtvofo .Quin Martin di Tlatone nel quarto Dialogo de lügpublka dite. Educatio , eriidiuo - Theolo - qu e bon a (èruata,ingnia quoqu e bona efficit. & nel primo delle leggi g° - dice, che il capo della difiplina non e altroché la retta edveatione. Cofi dif fe Ovidio nel terzo de arre Amandi. Sed nimim labor efl, fapknter iatJibttsvth Maim opus mores compofuiffe fitos. Et ciò dkhhsò beni/fimo Lvcurgo,fecondo la relatione diTlutarco,nelli- ^ Srod e ediicandis libens,aLacedemorà,mentre,vokndoinSìrvirliqvan Ul rco " to-valeffe la confvetvdine buona nella virtù,glìmoflrò quei due cani d'vn medefìmo parta nati,de'qvali vno,per effer allevato bene, corfe à dar la cacciaa un lepre gl'altro alla fechh del brodo fe ne volò immantinente. 'Riferifce àqveSìopropofito Senofonte frai detti di Socrate efiferne flato mo,àme effendo egli chkslo,di che cofa doueffe bavere odore un vecchio* S riPpOfe di bontà,® ikpo interrogato mqvallvago ft vendeffe vnonguento te - tale, proferì qvei verfi dìTheognide. Abonkqiiidembonadifccs,finàutemmalis Immìfcueris te, per des& quam babes mentem., » ^ €harodaparìmete comandò ai Thvrij Erettamele per vna fva legge,che fi guardaff irò a ogni modo dalla confvetvdine delvitio ,et pofefopra ciò una pena grade,come riferifce Diodoro Skvlo nel duodecimo libro. Ma Upri– ma legge, dopo limplaratione del div ino aivto .ad acqSìar la virtù èfehifa re i vitiofì,®" couerfar coi bvoni. Lafecoda,feguirei flvdif cheIdriz^anO' Ihvomo alla bota Ja terza,fuggire i detti, & i fatti/parchi, la qvarta,pre ferire fhoneflo all'utile, la qvinta,covertire ibeniche fddio cidonain vfo buono Ja feß i ,no fare al altri quei che no fi vuole P'fe fìeffo.lafetiima fi co predein ciHelorecHcoTitagonco.'^-t<\\\iAmm\s,'pche la virtù flànel mezz ?,e nane gli eslremi.Ha però qualche tarra ancora loro qSìiFilofofi moralische in effetto fvuede le cofe de'coitimi paffare appreffo a diverfi molto dìuerfmete,anzi talhor a colrdriamete.l a onde avviene, che quello che una volta fi vitiojjora è tenuto virtù, & qllo chein un luogo è virtù,- altrove è uìtio, qllo che a uno è honeSlo,a un'altro uitiofo ; ciò che a noi è gmSìo,.àglì altriè ingiusto, ßcodo lopinkni,ole kggi del tempo ,del luo– go»

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