GARZONI - La piazza universale - 1589

V 71 I V È A L E. i l i nel fecondo della Rhetorica dice. Confiiium ef l examìnandarum >gu - bernandarumq ; reru m fubtiii s animi s profpeclus . così /egli appertle- nela perit'u, &ffufficienza. Onde Valerio Maffimo dice. Conili ltan - cium cumperiti s , 3c homiuibu s loc t is > & a b ipfis qui d car e placea t exquirere , & i l qui d reprehenfii m fi t corrigere . Segli appertiene an– corala fecretezj^a.& perciò Vegetio nel libro de re militari dice. Nu l l a Vege confilia melior a fun e lìcut illa,qu2aduerìàriu s ignorauerir . e tali con figlis'banno da darene'bifognimeri.onde Gregario /anta ne" morali dice. Dar e fluito confilium, charitati s eli, dar e lapient i , oftentationis , da – re ver o tempor e pèruerlitatis , fapientias . & s'hanno da dare da chi è tale, quale beammo, effer tenuto fecondo il fio configlio -per questo f Ambrogio nel fecondo degli Vfificìf dice . Talis debeteiT e qu i confilium dat , v r fé ipfum forma m alijs, & exemplu m honoru m operu m exhi- beat , i n dodnnad n integritacea n gran i tate,v t fitfermo eiusfalubris , atq j irreprehenfibilis , confilium vtile, vita honefta , fententi a decora . oue comprende benifftmo le qualità d'vn buon configliero, & fecretario,à cui in fomma s'aspetta prudenza grandififima, accortezza mirabile, giu- dkio jìngularìffimo, miuerfalità d'ingegno, destrezza di parole, orna– mento di dottrina, granita di maniere, decoro di eloquenza, fedeltà nei fe– ce eti, intentione ottima ,fine boneflìfjimo, confidenza immaculata, e vita irreprebcnfìbile. & allh or avutale fi ara da più di quel valorofo Capitano Nicla SÌlodato da Plutarco, di cui ferine che mai errò cofa, che per confi– glio d'altri egli faceffe ,ma chi vuol vedere alquanto meglio leconditioni d'vn'ottimo Configgerò, legga ilTontano nel terzo libro deprudentia.T^el ivltimo luogo vengono i Metafifici, iquali' confi aerano le ferme feparate & aizzino il penfiero alle cofe fipranaturali, non contentando fi di fermarft in quelle di natura. Ver quello Auicennanel primo della fina Metafiifica A al capitolo terzo dice , che l'vitìmo feopo del Metafilico è la cogniiione del– l' altijfìmo fddlo, &> dell intelligenze Fpiritmii,perche l'anima non può quie txrfi nelle cofe naturali, & vijìbili, ma bìfogna ebe afeenda oda cogniiione della prima canfia fenzapàincìpio, & fienzafine. Quindinacqnero quel– le infinite, & In ogni parte à fe medefìme contrarie opinioni de gli Dei non meno empie, che ignoranti; per cloche Dlagora Mllefio,eTheodoro Cirenaico dlffero ,cbe non vera alcun Dio. Epicuro diffe, che v'era Dio, ma che però non prendeua cura alcuna delle cofe inferiori. VitagorAj diffe, che non fi poteua fiapere fie vi foffe, ò nò. Anaffvmandro penfiaua che gl'i 'Bel nafieffero ,& che perlongi fpatijnafieffero, & morlfifero. Xenoctate difife ,che v'erano otto Dei. eJdiiiislbene era d opinione ebevi fafferò bene di molti Dei popolari, ma vnnaturale grande artefice del tutto . Nel ragionare poi della diuina efifienza, chi diffe vnacofa, cbivn'- altra. Tbalete Milefio diffe, che Iddio era mente, il qual fece ogni co- fad'acqua. Cleante, & Anaffimene dlffero, che Iddio era aere. Cini- P 4 fippo

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