GARZONI - La piazza universale - 1589
r # i r t n . $ AL% *i9 con Poltra .® perche quesle in latino fi chiaman Liber,qumdiauenne, che cofi fiichiamano i librì,benche pia nonfi ficriua in quella materia.Dopò que slopur in qiteitempi antichifi firiffein foglie di piombo fiottilijjime, delle quali face uan libri, ® colonne alcune perfine particolari. Onde riferifce Dione Raffio nel 4 ,6. libro dellefiue Hislorie, che, douendo Ottauio, & Hir- b . ciò ficrittore à Decimo Bruto, che non s'arrendeffeà Marcantonio,ma sfe- Cafsio . rafife venia ® perdono da loro, lifcrififero in lame di piombo fottiliffimamé te ridotte,® piegate àguifa di cartaJLt Parthenio ne'fitoi Erotici,al Capi- Pardi» tolo nono . & cofì Andrifico nel primo libro De rebu s Naxids, recitano, "io. che Diogneto tradì i Milcsij con una lettera fritta, & piegata in vna lama A n d r l k di piombo tale.I Parthi hebbcr queTfvfo di tefifer ne' vestimenti le lettere, fi come narra Plinio nel terzodecimo libroni capitolo vndecimo.Simìlmen tefcrififero già antichi in certe tamlette incerate molto lifcie, nelle quali fia- ceumo lettere con certi fottififfimì slecchi che fi chiamavano siili; & quin di rimrfe l'ufinza,che colui cheferine,® detta benedicono haucr vn buon sii le,pigliando ìlnome dall'inslrumento : ® fvfi di quesle tamlette fi leg– ge in Homero,auanti laguerra Troiana effer slato effer citato JE. da auuer ti re, che effi non fcriucuano con penna,ma con vnapicciola canna, 0 calamo, come oggidì vfitno alcuni. Et ciò fi fece ancora in vna certaforte di carta, chefi faceua di certi piccioli alberi detti Tapiri, ch'i vnaforte de giunchi, che figenerano nelle lagune del %{ilo. Et Plinio dice,che ve nefon parìmen te nella Sìria prefifo aifiume Eufrate. Hor quello albero detto Papiro ha- ueua certe foglie pie ciole tra lafcorza,® l'albero,che leuandolefottilmen- te con paté di ago, ® con certa mistura che lifaceuano con farina ben cer nita,® altre cofiefi veniua àfcriuere in effe,facendofene carta;® della par te più interiore fe nefaceua di più bella, ® delicata, e (che il nome di quel Giùco fi chiama Papiro,refilo il nome Papiro alla forte di carta d'hora, che fi fa di slracci di panni di lino per forza di torcidiàn cuifi confiderà la fit- ùgliezza, Li denfiìtà,labianchezxa,elapolitezza• Laprima'muentione di quelli Papiri adtichi M.Varrone afferma, chefu nel tempo d'Aleffan– drò Magno, quando fi fonda AÌefifandria. Ma Plinio prona èffer fiata più antica peri libri, che Cjneo Tar enfino trouò della fiua heredità, iquali era- no siati di T^uma Pompilio Uè di Roma,cbe erano in vna caffa,doue eran riposle l'offa Jueàqitati eran di quel Papiro;® fisa che 2\uma fu più an– tico affai disi.effandro. llnome della Carta fi dice bauer battuto origine da vna città vicina àTiro chiamata Carta,outro da (fartagine.E danotare oltradiqucslo, che prima che fi trouaffe la carta fenza 1 detti rimedif,era molto antico coftumedi fcriuere in pergamino fatto di pelle di pecore, di che ragiona Herodotto nellibro fietlimo:®l'inuetione di quefii percamini j j e r 0 ( j 0 éttribuific Varrsnea quei di Pergamo,de'quali tra Ttó Ettmenc'I^odime l 0 v sto Giofifjfonel duodecimo libro delle fiue zsfafuhità Giudaiche fa le perga- minepiu antiche „r ecitando>cheUibriHeòrei,quali Sleaza ro mandò .al si
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